Roma, al Casilino usura e armi: l'ascesa dei nuovi boss

Roma, al Casilino usura e armi: l'ascesa dei nuovi boss
di Camilla Mozzetti
Lunedì 15 Ottobre 2018, 08:02
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In zona qualcuno ancora se lo ricorda, Ricky Mannaia così lo chiamano tuttora i residenti del quartiere perché saccheggiava farmacie e negozi armato di un lungo coltello. In carcere ci è finito nel 2012 poi è uscito ed è tornato a delinquere, spaziando dalle rapine ai furti, dalle aggressioni alle minacce. Le sbarre della galera le ha viste ancora. Non è l'unico, Ricky Mannaia. Il Casilino ne conta tanti altri di personaggi analoghi: battitori liberi che entrano ed escono dalla galera, che tirano a campare rapinando le attività commerciali o spacciando un po' di droga in giro per il quartiere soprattutto tra i giovanissimi.

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Il confine è molto labile: organizzazioni criminali vere e proprie non hanno colonizzato, secondo le autorità, questo fazzoletto di Roma Est che da un lato confina con Torpignattara, guarda il Quadraro e Gordiani e presta il fianco a Centocelle. Ci sono però i singoli italiani principalmente e romani di nascita , che hanno imposto i loro diktat e marcato piccole aree che corrispondono più o meno a tratti di strade o ad androni di palazzi: «Se ti presto i soldi me li ridai con gli interessi». Coloro che hanno bisogno, sanno a chi chiedere. Così come i tossicodipendenti che, per strappare una dose, vanno a colpo sicuro. In questo contesto, dove il singolo delinquente fa da gruppo e più di uno è attivo sul territorio, ripristinare il concetto di legalità è un'operazione che richiede tempo. Nel quartiere, imbarbarito dall'assenza di decoro, dai rifiuti (non solo vecchi materassi abbandonati ma vere taniche piene di sostante potenzialmente nocive) che troneggiano un po' in ogni angolo, ci si spara anche in strada. In pieno giorno, tra familiari per debiti economici.


LA SPARATORIA
Come è accaduto nell'autofficina Niki Brabus lo scorso 3 settembre. Gli autori della sparatoria sono stati arrestati dai carabinieri ma le indagini per risalire alle loro identità non sono state semplici. I feriti non hanno parlato pur conoscendo perfettamente chi aveva premuto all'impazzata i grilletti di pistole ancora al vaglio degli inquirenti. I militari sono riusciti a risalire alle cinque persone arrestate pedinandone una che portava una grande benda sul braccio e che era stata immortalata dalle videocamere di zona. Seguendo quest'uomo si è potuto risalire all'intero gruppo, costituto di fatto da parenti. E se in via Casilina la delinquenza ha il sapore del piombo, nelle stradine limitrofe vige l'omertà. La maggior parte dei residenti è perfettamente a conoscenza del tasso di illegalità diffusa ma non parla.

L'OMERTÀ
«In un negozio qui dietro spiega un residente di piazza degli Alcioni hanno disegnato Papa Francesco e scritto la frase: Damose da fà, semo romani, qualcuno l'ha fraintesa perché qui il damose da fà vuol dire rubare e fregare meglio degli altri». Di chi parla? «Di gente del quartiere», ma lei le conosce? «Io mi faccio i fatti miei». «È la legge della periferia» sentenzia un inquilino al secondo piano del palazzo dove c'è l'autofficina della sparatoria che ha riaperto i battenti con altri impiegati. «Vivo qui dal 1967, con il tempo le cose sono peggiorate ma del resto che vuole, siamo ai confini del mondo». L'allarme sulla serialità delle rapine e dei furti è corroborato dai numeri: dallo scorso gennaio sono stati fermati 4 soggetti che singolarmente hanno rapinato una ventina di farmacie di zona. In alcuni casi armati di semplici taglierini, in altri con pistole giocattolo al seguito, in altri ancora con ferri veri e carichi. Dal 2016 il conto delle rapine sale a 70. Sempre episodi compiuti da singoli individui.

IL TRAFFICO DI STUPEFACENTI
A questo si lega il canale della droga. Le piazze di spaccio, che sono tante e ramificate, non sono controllate da un unico soggetto. Anche in questo caso c'è una pluralità di protagonisti che fanno affari a ridosso dei palazzi di edilizia popolare tra quelle vie che richiamano la primavera perché dedicate a rondini e usignoli in cui pare però sempre inverno. Piazzale delle Paradisee, via del Fringuello, via dell'Aquila Reale: tra bar e sale di slot-machine si vende e acquista per di più hashish ma all'occorrenza si trova anche la cocaina o l'eroina. Le sostanze più forti però vengono da fuori. Da Tor Bella Monaca in primis o dal Quarticciolo. In questo caso passano per il parco dedicato a Giovanni Palatucci e arrivano al Casilino.
 
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