Risse su appuntamento, la piazza diventa un ring. L’invito alla “sfida” lanciato sui social

L’altra notte a Monterotondo due gruppi di giovanissimi si sono affrontati in Centro. Ferito un ragazzo, ma nessuna denuncia

Risse su appuntamento, la piazza diventa un ring. L’invito alla “sfida” lanciato sui social
di Alessia Marani
Domenica 25 Giugno 2023, 07:24 - Ultimo agg. 14:58
4 Minuti di Lettura

«Che c'hai da guarda'? Ma che voi da me?». Basta una provocazione a scatenare la guerriglia in "passeggiata" a Monterotondo. Come l'altra sera quando due gruppi si sono affrontati in viale Bruno Buozzi a mani nude.

Qualcuno ha anche afferrato il manico della scopa in uso a uno dei locali affacciati sul corso, poi in tanti hanno cominciato ad accanirsi su un ragazzo caduto a terra: giù calci e pugni fino a fargli mancare il respiro. Era l'una e mezza della notte, poi il fuggi fuggi generale dopo l'intervento di alcuni gestori accorsi per dividere la trentina di ragazzi e la chiamata al 112. Il giovane, medicato in ospedale, si è ripreso. Ma è sotto choc. Terrorizzato, a chi lo conosce, ha detto di non volere fare denuncia.

LE IMMAGINI

La scena di violenza è stata immortalata in un video che in poco tempo è diventato virale nella cittadina a nord della Capitale, oltre cinquantamila abitanti dove la maxi-rissa sta sollevando un polverone di polemiche.

Il sospetto è che ormai le gang di giovani e giovanissimi, anche provenienti dai comuni limitrofi, si diano appuntamento nella cosiddetta "passeggiata" a ridosso del centro storico per darsele di santa ragione. Un invito tramite social, oppure il semplice fatto di trovarsi in strada a un dato orario, bastano a innescare la scintilla. «Prima o poi ci scapperà il morto - afferma un residente - bisogna intervenire prima, servono maggiori controlli. La sera, qui, diventa terra di nessuno». Secondo una stima del Comune, in media, ogni sera nel centro di Monterotondo si ritrovano fino a tremila persone.


Già in passato c'erano stati problemi di "malamovida" con l'auto di una giornalista data alle fiamme in quello che i carabinieri definirono come «rogo doloso». Era un anno fa e già allora si accendevano i riflettori sul caos e lo spaccio che si consumava nei vicoli tra il palazzo comunale e l'Arco di San Rocco. «Le dosi e la droga - raccontano in piazza - vengono nascoste dietro ai vasi oppure nelle nicchie delle utenze: il pusher lascia lì gli involucri, poi l'acquirente passa e preleva».

I PUSHER

Sono soprattutto queste sere di inizio estate, quando ancora il grosso della popolazione non è partita per le vacanze o la villeggiatura al mare, che la "passeggiata" di Monterotondo si riempie di gente. Anche di orde di ragazzi che per noia (o magari per contendersi una dose) passano alle mani. «Ma di vigili nemmeno l'ombra e una sola pattuglia dei carabinieri non ce la fa a coprire un territorio tanto vasto come quello della Sabina a nord di Roma», spiega un commerciante.


Un territorio vastissimo per l'appunto e che, da tempo, è entrato nel mirino anche della criminalità organizzata. E sul quale, nonostante ciò, sono a vegliare praticamente solo pochi carabinieri, con l'ausilio della polizia solamente per eventi straordinari. Da tempo il cosiddetto gruppo dei gestori dei locali della passeggiata e del centro storico ha chiesto, in incontri anche recenti con l'amministrazione locale, «presidi fissi o mobili delle forze dell'ordine» in modo da scoraggiare spaccio e risse. «Non è possibile - dicono - che su tremila persone, pochi gruppi, magari di giovani "annoiati" ed esaltati dalla violenza si possano sentire liberi di agire indisturbati. Quando gioca il Monterotondo calcio in casa, in occasione di scontri importanti, ad accogliere gli ospiti ci sono schiere di agenti. Invece quando la passeggiata si riempie, non si vede nessuno. Non vorremmo che l'unica misura da adottare siano a colpi di ordinanze che finiscono solo per danneggiare i locali stessi».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA