Residenza anche a chi occupa, bufera sul Campidoglio. Le opposizioni: «Sindaco legittima gli illegali»

Gualtieri: «Diritti ai fragili che hanno occupato una casa». L’opposizione: «Nuova sanatoria»

Residenza anche a chi occupa, bufera sul Campidoglio. Le opposizioni: «Sindaco legittima gli illegali»
Residenza anche a chi occupa, bufera sul Campidoglio. Le opposizioni: «Sindaco legittima gli illegali»
di Fernando M. Magliaro e Camilla Mozzetti
Venerdì 4 Novembre 2022, 23:48 - Ultimo agg. 5 Novembre, 12:21
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Sì, le minoranze, i soggetti deboli, coloro in carico agli assistenti sociali. E sì, la casa come diritto: un tetto sopra la testa di tutti. Pure se occupi. Desta scalpore e agita le opposizioni l’ultima direttiva del sindaco Roberto Gualtieri che su proposta del consigliere dem Yuri Trombetti firma l’atto con cui si riconosce la deroga all’articolo 5 del “decreto Lupi”, la norma che prevede il divieto di residenza e di allacciamento ai servizi pubblici per chiunque occupi illegalmente un immobile e l’impedimento per cinque anni a partecipare alle procedure di assegnazione di alloggi popolari se si tratta di un immobile di edilizia popolare. Ebbene arriva la deroga, dunque, alla norma per determinate categorie considerate “fragili” o, meglio, “meritevoli di tutela” permettendo loro - pure se occupanti abusivi - di consentire l’iscrizione della residenza presso quell’immobile con allacci all’elettricità e all’acqua compresi. Si va da coloro che fanno parte di nuclei familiari che sono seguiti dai servizi sociali (potenzialmente anche maggiorenni dunque), disabili, over 65 e figli minori a coloro con un basso reddito, dai richiedenti asilo ai titolari di protezione internazionale fino alle persone che fanno parte di nuclei «che si trovano - si legge nella direttiva - in condizioni di precarietà abitativa sotto il profilo delle condizioni igienico-sanitarie». Dal Campidoglio tengono a precisare come la direttiva nulla tolga al piano di sgombero degli immobili occupati abusivamente per cui le procedure, a fronte anche delle richieste dei singoli proprietari, stanno andando avanti. Ma è al contempo lecito formulare, argomentano le opposizioni - che tuonano contro l’amministrazione ritenendo l’atto uno strumento di legittimazione delle illegalità - anche una riflessione: chi sa di poter contare sull’iscrizione di residenza per ottenere dei servizi essenziali, a partire dal medico di famiglia o del pediatra, occupando abusivamente un immobile, potrebbe essere incentivato a compiere un abuso con l’occupazione.

Come detto, le opposizioni sono sul piede di guerra perché vedono in questa direttiva l’ennesima sanatoria a favore di chi occupa abusivamente le case.

Altro elemento che viene stigmatizzato è quello giuridico: una direttiva del sindaco, cioè semplicemente un atto interno a uso degli uffici, non può certo derogare una normativa nazionale.

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LE CONTROMOSSE

La pensa così Federico Rocca di Fratelli d’Italia che minaccia ricorsi: «Scriveremo al Prefetto perché Roma è sottoordinata alle leggi dello Stato e Gualtieri non può derogare alle leggi nazionali. Dietro l’uso dei paroloni si nasconde un escamotage per regalare l’ennesima sanatoria agli abusivi». 
Dalla Lega attaccano i consiglieri comunali Fabrizio Santori e Davide Bordoni: «Questa direttiva consentirà a tutti gli illegali, clandestini e furbetti di ottenere la residenza e l’allaccio ai servizi: costi che naturalmente andranno a carico dei romani. I problemi abitativi e le difficoltà sociali ed economiche di alcune fasce di popolazione non si risolvono facendo regali ai soliti amici degli amici dei movimenti della casa». Sempre per la Lega, anche Pino Cangemi, vicepresidente del Consiglio regionale, va giù duro: «La filosofia del Pd è: vuoi una casa? Occupala, tanto Gualtieri ti tutela».
A chiudere, il capogruppo UDC-Forza Italia in Campidoglio, Marco Di Stefano: «La Roma di Gualtieri insegna: chi delinque viene premiato, chi è onesto e partecipa ai bandi deve attendere decenni per ottenere un legittimo tetto sotto il quale accudire la propria famiglia. Tutti hanno diritto a una casa ma nessuno deve provocare una guerra tra poveri».

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