Disabilità, San Camillo: «Dal Progetto Tobia un esempio per la presa in carico delle fragilità»

A partire dalla fine del 2019, l’Azienda Ospedaliera San Camillo - Forlanini ha lanciato il Servizio Tobia

Disabilità, San Camillo: «Dal Progetto Tobia un esempio per la presa in carico delle fragilità»
Disabilità, San Camillo: «Dal Progetto Tobia un esempio per la presa in carico delle fragilità»
Mercoledì 8 Marzo 2023, 17:35
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«Fragilità»  - disabilità, povertà, salute mentale - intese non come un problema da «arginare», bensì come una risorsa che, gestita attraverso buone prassi, diventa il motore per un nuovo modello di assistenza, personalizzato e umanizzato. Sulla base di questo assunto, a partire dalla fine del 2019, l’Azienda Ospedaliera San Camillo - Forlanini ha lanciato il Servizio Tobia (Team Operativo per i Bisogni Individuali Assistenziali).

Il percorso multidisciplinare

Si tratta del primo percorso multidisciplinare in un ospedale del Lazio che offre alle persone con disabilità intellettiva o relazionale l'opportunità di accedere a procedure diagnostiche utili e necessarie per prevenire e curare patologie non direttamente collegate alla malattia principale da cui sono affetti. Integrata nella rete DAMA – Disabled advanced medical assistance – nata a Milano, il Servizio Tobia ha permesso la presa in carico, accompagnamento, cura e assistenza di oltre 800 persone con grave disabilità e spesso non collaboranti.

Grazie al Servizio Tobia sono state erogate oltre 3000 prestazioni specialistiche, circa 200 interventi in sedazione profonda o in anestesia generale – dal prelievo di sangue all'intervento odontoiatrico - contribuendo all'abbattimento delle barriere di accesso alla salute.

Un'esperienza destinata ad ampliarsi in altre 15 strutture del Lazio, grazie all'adozione di linee d'indirizzo regionali e corsi di formazione specifici per circa 80 operatori. Per fare il punto oggi il San Camillo ha aperto le porte dell'Aula Magna Agazio Menniti per“Conversazioni 2023”, il primo di un ciclo di incontri dedicati alle «Fragilità».

 

I protagonisti

Protagonisti del primo appuntamento il Ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli e il Cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana (Cei). A moderare la conversazione il direttore generale dell'Azienda Ospedaliera, Narciso Mostarda. «Il percorso Dama-Tobia, va implementato. Il Lazio e la Lombardia hanno attivato Protocolli operativi per l'accoglienza e assistenza alla disabilità in alcuni ospedali, ma sono esperienze a macchia di leopardo. Vogliamo definire delle Linee Guida che possano essere applicate a livello nazionale», ha affermato il Ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli. “Prendere spunto da chi sta eseguendo già una buona prassi è fondamentale per capire e realizzare un modello che possa funzionare anche in altri territori", ha concluso il Ministro.

«I 'Tobia' ci sono sempre stati, ma in molti casi vengono evitati», ha dichiarato Sua Eminenza Cardinale Matteo Maria Zuppi. «L'intelligenza del Servizio Tobia e di DAMA è stata quella di mettere assieme diversi pezzi, diverse competenze, creando un sistema che permette a tutti di dare il meglio. Priorità, competenza e cuore: tre concetti che penso siano la chiave di questo sistema. Il cuore è il valore aggiunto, che dà alla priorità e alla competenza la capacità di rispondere alle domande dei pazienti. Domande che, se non ricevono una risposta, diventano una sofferenza per chi ha necessità di cure», ha sottolineato Sua Eminenza.

«I familiari delle persone con fragilità hanno chiaro quello che dobbiamo fare, ce lo stanno dicendo da anni - ha dichiarato Narciso Mostarda, Direttore Generale dell'Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini -. Qui al San Camillo stiamo realizzando un'area più ampia per l'accoglienza, l'ascolto e l'accompagnamento. La collocheremo nello spazio più nobile del San Camillo, il Padiglione Piastra, che si trova all'ingresso principale, dove non ci sono barriere architettoniche. Nelle prossime settimane accoglierà tutti gli operatori che stabilmente si occupano di relazioni con il pubblico, gli operatori di Tobia che si occupano di accoglienza della diversità, e anche i professionisti psicologi capaci di mediare, soprattutto quando c'è da comprendere quello che i pazienti non riescono a dirci».

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