Riempiva di bigliettini minacciosi la sua vicina di casa: glieli faceva trovare sotto la porta dell'appartamento, in un condominio a pochi passi da piazzale Jonio, in zona Prati Fiscali, oppure li infilava nella cassetta della posta. Sulla porta della vittima aveva inciso anche una frase offensiva. Poi si appostava sul pianerottolo pur di incontrarla e, ancora, aveva provato a lanciarle una secchiata d'acqua nell'atrio del palazzo. È l'incubo che, per la Procura di Roma, Walter Miglio, 48anni, disoccupato, nel 2018 avrebbe fatto vivere a un'inquilina del suo stesso condominio. Per questo motivo l'uomo è finito a processo. Il pm Mario Pesci contesta all'imputato l'accusa di stalking.
I FATTI
I fatti sarebbero avvenuti nel 2018. L'imputato, secondo quanto ricostruiscono i pm, «con condotte reiterate di molestia e minaccia» avrebbe reso quasi impossibile una vita tranquilla alla sua vicina di casa, una trentenne che da poco tempo aveva comprato un appartamento nel suo stesso condominio. In particolare, l'uomo avrebbe controllato con insistenza la giovane con appostamenti sul suo pianerottolo. Avrebbe aspettato che uscisse da casa per cercare di parlare con lei «esercitando un controllo assiduo sulla sua vita privata», annotano i magistrati negli atti.
«Cercava di parlarmi e di raccontare episodi che riguardavano la sua vita e io lo evitavo ha raccontato la persona offesa al Tribunale, con un tono ancora impaurito e preoccupato nel dicembre del 2018, ero esausta e ho dovuto lasciare l'appartamento.
LA SCRITTA
E ancora, sul muro davanti all'ingresso di casa della ragazza, l'uomo realizzato una scritta e disegni offensivi. Sulla porta dell'appartamento, invece, per umiliarla, secondo quanto si legge negli atti, avrebbe inciso una frase ingiuriosa. Il 21 novembre 2018 l'imputato avrebbe gettato dell'acqua nell'ingresso del palazzo per cercare di bagnare la vittima, che sarebbe passata di lì entro pochi minuti. Pochi giorni dopo, il 28 novembre, sempre sotto la porta d'ingresso dell'appartamento della trentenne avrebbe fatto passare un altro bigliettino dai toni minacciosi: «Rinuncia a quello che vuoi fare, perché se mi danneggi prima o poi te la faccio pagare. Anche se passerò dei guai, tempo 30 giorni e ritorno», questo il contenuto del post-it riportato nel capo d'imputazione. Anche il padre della giovane ha raccontato al Tribunale delle molestie vissute dalla figlia: «Sono stato tantissime volte a casa di mia figlia perché era in continuo stato d'agitazione, soprattutto nel 2018 - ha dichiarato l'uomo - spesso arrivavo a casa prima che lei tornasse per proteggerla da eventuali molestie. Quando io ero a casa avrò assistito all'arrivo di sei o sette bigliettini, tutti dai toni minacciosi. Uno era anche rivolto a me, ma io non avevo mai incontrato quell'uomo nel palazzo».