Quindicenne aggredito a calci e pugni da una baby gang per un cappellino

Quindicenne aggredito a calci e pugni da una baby gang per un cappellino
di Marco De Risi
Lunedì 6 Gennaio 2020, 18:03
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La voglia di fare del male gratuitamente, di generare terrore solo per il gusto di farlo. Così si spiega il pestaggio a cui è stato sottoposto un quindicenne da parte di tre coetanei sabato sera, a Marconi. Il minore è sceso dalla metro Marconi verso le 22.30 e, così come ha ricostruito la polizia, è finito nel mirino di tre ragazzi, 15, 16 e di 18 anni, nordafricani ma con cittadinanza italiana, che come pretesto per picchiarle hanno preso spunto dal cappellino indossato dalla vittima.

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Per averlo, i tre hanno iniziato a pedinare, come boss della mala, il quindicenne che, fino all'ultimo, non si è accorto di essere seguito. L'aggressione è avvenuta su un tratto di via Temistocle Calzecchi, una traversa di viale Marconi. E' qui che la banda ha accerchiato la vittima prendendola a colpi in testa fino a quando gli hanno levato il cappello. Hanno continuato a picchiarlo al volto e sul petto per dargli una lezione. Poi, si sono fatti consegnare anche il cellulare. Sembrava che ormai per il quindicenne non ci fosse più speranza.

CONTROLLI
Una volante della polizia stava compiendo un controllo del territorio. Gli agenti hanno visto fuggire i tre ragazzi mentre la vittima era in terra. I poliziotti hanno chiamato rinforzi. In poco tempo sono stati trovati i tre piccoli boss: si erano nascosti in una siepe. Gli investigatori li hanno immobilizzati e messi in macchina. Dentro il giubbotto di un fermato è stato trovato il cappello appena rapinato e nelle tasche di un altro il cellulare. Il ragazzino ferito è stato raggiunto dal personale di un'ambulanza che l'ha medicato al volto. Per fortuna nulla di grave: tanto lo spavento. I tre ragazzi sono stati arrestati per rapina e lesioni. Una volta in commissariato, non hanno saputo dare ai poliziotti una versione minimamente comprensibile di quello che hanno fatto.

LE DROGHE
Gli agenti conoscono bene le dinamiche che portano una baby gang ad agire senza alcuno scrupolo, nessun freno inibitorio, nonostante sia composta da giovanissimi. «Spesso si tratta di ragazzi che agiscono sotto l'effetto della droga, ma anche che condividono dei disvalori che ad un certo punto si amplificano», commenta un investigatore.

IN COMMISSARIATO
I genitori dei tre arrestati sono stati svegliati nel cuore della notte ed hanno appreso che i figli erano stati tratti in arresto. Sono accorsi al commissariato. Un genitore è caduto dalle nuvole: non avrebbe mai immaginato una cosa del genere. Invece un altro è apparso stanco, consapevole che il figlio, sebbene giovane sia una testa calda. Il magistrato di turno, una volta letta l'informativa della polizia, ha disposto la traduzione nel carcere minorile per due degli arrestati mentre il diciottenne è stato portato a Regina Coeli. Il magistrato non ha potuto decidere diversamente una volta saputo che i tre erano stati arrestati in flagranza di reato e che avevano consumato il reato di rapina ai danni di un minore. Ora l'indagine della polizia continua per verificare se la baby gang non abbia fatto altre rapine.

 

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