Non solo boccette e siringhe di precisione: per permettere alla campagna di vaccinazione di fare un salto di qualità, alle Asl romane servono truppe extra. Medici e infermieri per inoculare più vaccini possibile. Una cosa è certa: non arriveranno abbastanza camici bianchi dal bando del commissario Arcuri, anche se i numeri definitivi devono ancora essere ufficializzati. È bastata qualche riunione tra i vertici delle aziende territoriali e gli esperti del Sistema sanitario regionale per capire che quella coperta non sarà sufficientemente lunga. E così è partito il reclutamento dei dottori con «tariffa oraria». Fino a 40 euro all’ora per dare una mano all’Asl Roma 2. L’Asl 4 invece offre fino a 60 euro, a patto di essere specialisti. Ma si accettano anche pensionati, alla bisogna.
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L’arruolamento
I medici serviranno dall’8 febbraio in poi, quando gli 89 centri vaccinali dispiegati sulla mappa del Lazio inizieranno a convocare gli anziani over 80. Ma soprattutto serviranno dopo, quando la campagna diventerà davvero “di massa” e la macchina delle somministrazioni dovrà viaggiare a ritmi molto più spediti di quelli dei prossimi giorni (3.700 punture al dì, in tutta la regione, per via delle forniture contingentate). All’Asl 2 - un territorio che va dal Tiburtino a Torbella, da Centocelle all’Ostiense - è stato pubblicato un bando per reclutare «medici abilitati privi di specializzazione per incarichi libero professionali». La tariffa: 40 euro all’ora. «Disponibilità immediata». La settimana scorsa durante una riunione con i dirigenti della vaccinazione, è stato spiegato che dalla “call” del commissario nazionale arriveranno al massimo 22 sanitari: 12 medici e 10 infermieri. «E non è nemmeno certo che arrivino tutti - spiega un manager che sta seguendo il dossier - la procedura, ci è stato spiegato, rischia d’impantanarsi nella burocrazia, dato che tutte le assunzioni non potranno farle direttamente le Asl, ma si passerà dall’agenzia del lavoro». Un passaggio in più. «Non è arrivato nemmeno un vaccinatore di Arcuri, ma una primula non fa comunque primavera», commentava il 28 gennaio, intervistato dal Messaggero, l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato.
In pensione
Alcune Asl contano di reclutare i pensionati, com’era stato fatto in estate per i tamponi o per rimpinguare i reparti travolti dalla prima ondata. Altre aziende potrebbero pescare sempre nel serbatoio degli specializzandi, che però rischia di prosciugarsi, ammesso che non lo sia già. «Quella dell’Asl 2 è una buona idea», dice Enrico Di Rosa, il responsabile del Sisp (Servizio di igiene e sanità pubblica) della Asl Roma 1. «Il problema è che gli specializzandi sono già stati impiegati quasi tutti, li cerchiamo dall’iniziamo della pandemia e per assumere quelli dei primi due anni di corso ci sono difficoltà burocratiche...», spiega Simona Ursino, dirigente della Prevenzione nell’Asl Roma 4. «Aspettiamo i neo-laureati delle prossime sessioni. Oppure cerchiamo di reclutare i pensionati. Per gli specialisti offriamo fino a 60 euro l’ora».
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