«Si sono rubati la tomba di mamma e papà!»

Il cimitero di Prima Porta
Il cimitero di Prima Porta
di Pietro Piovani
Giovedì 24 Novembre 2016, 00:02 - Ultimo agg. 18 Febbraio, 16:09
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Non c’è pace per i morti: furti anche nei cimiteri di Prima porta e Verano
@paolovoltaggio


È successo ad Alessandro ma anche a tanti altri. Una mattina Alessandro è andato a Prima Porta per portare i fiori sulla tomba dei suoi genitori, e ha scoperto che non c’erano più. Quelle tombe sulle quali aveva versato molte lacrime e - perché nasconderlo? - molti soldi, erano sparite: «Si sono rubati le tombe di mamma e papà!».

Si sa che a Prima Porta i furti sono frequenti, i ladri portano via persino le lapidi per rivendersi il marmo. Ma chiedendo informazioni ai funzionari del cimitero, Alessandro ha appreso che i resti di sua madre non erano stati rubati, bensì “esumati”: la legge prevede che, dieci anni dopo la sepoltura, tutti i defunti deposti sotto terra vengano rimossi per fare spazio ai morti più recenti. I comuni non sono obbligati ad avvertire direttamente le famiglie, è sufficiente che diano una comunicazione pubblica con un annuncio sui quotidiani. I più informati sanno di questa scadenza, e quando si avvicina telefonano al call center del cimiteri capitolini (06 49236331). È diritto dei parenti chiedere che la salma venga trasferita in un loculo, ovviamente dietro pagamento di laute cifre per bolli, canoni e costi amministrativi. Ma moltissimi non lo sanno e lo scoprono troppo tardi, a cose fatte, quando le spoglie del loro caro sono state gettate nell’ossario comune, praticamente una discarica di scheletri.

Alla fine Alessandro è riuscito a recuperare i resti dei genitori. Deve ringraziare la burocrazia: a Prima Porta le esumazioni sono in forte ritardo rispetto ai dieci anni previsti dalla normativa, e oltretutto nel caso di sua madre c’era stato un errore di trascrizione del cognome, motivo per cui le ossa erano ancora conservate in una scatola in attesa di trovare una soluzione. A volte l’inefficienza è la salvezza del cittadino.

pietro.piovani@ilmessaggero.it
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