Caserta, crisi industriali, l'appello dei sindacati: «Ora nuovi insediamenti»

Ieri il tavolo in Regione: riflettori accesi su Softlab, Jabil e Nuroll

La protesta
La protesta
di Franco Agrippa
Sabato 13 Aprile 2024, 07:00 - Ultimo agg. 08:10
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Insediato ieri in Regione il tavolo permanente sull’industria a Caserta alla presenza dell’assessore alle attività produttive e al lavoro Antonio Marchiello. Presenti i vertici sindacali regionali e provinciali che hanno discusso della situazione industriale del casertano. Un incontro che ha raccolto giudizi positivi ma anche qualche critica. Per il segretario generale Uil Campania, Giovanni Sgambati «è giusto che l’assessore Marchiello ha voluto rendere permanente il tavolo anche perché ci sono ancora troppe vertenze non risolte.

Alla Softlab di Maddaloni gli ammortizzatori sociali scadono a giugno, alla Jabil di Marcianise non vi è ancora una prospettiva possibile, alla Nuroll di Pignataro Maggiore la multinazionale turca ha deciso di dismettere il sito. È necessaria una forte condivisione anche ai tavoli ministeriali per trovare possibili investitori ma allo stesso tempo individuare soluzioni per il prosieguo degli ammortizzatori sociali».

Una crisi sistemica che sta coinvolgendo la provincia alla quale il tavolo potrebbe dare delle risposte, secondo la Cgil che ha partecipato con Raffaele Paudice, segretario di Napoli e Campania, Sonia Oliviero, segretaria di Caserta, Francesco Percuoco, segretario Fiom Caserta e Lella Messina, segretaria Filctem Campania e Filctem Caserta. «È evidente – scrivono in una nota i rappresentanti della Cgil – come non sia più sufficiente dare risposte alle singole crisi aziendali in ordine sparso, trovando di volta in volta soluzioni temporanee per garantire il solo reddito dei lavoratori, ma come sia necessario provare a costruire una prospettiva, anche di nuovi insediamenti industriali che si affianchino a quelli esistenti e che guardino alle nuove produzioni e alla transizione digitale e ambientale.

Dobbiamo costruire una risposta congiunta di tutti i soggetti coinvolti alle drammatiche crisi che stiamo affrontando in questi mesi a partire da Softlab e Jabil, trovando una soluzione adeguata anche alla crisi di Nuroll, ma guardando anche alle altre produzioni sul territorio, compreso l’indotto delle grandi aziende». La Cgil sottolinea di aver chiesto «che la Regione si adoperi subito per avviare il percorso di riperimetrazione della Area complessa di crisi industriale ricomprendendo anche il territorio di Maddaloni.

Siamo convinti che attraverso una condivisione con gli attori istituzionali si possa riaffermare la vocazione manifatturiera e industriale del territorio e che attraverso la regia pubblica si debbano guidare i processi di trasformazione digitale e ambientale in chiave di sostenibilità sociale, affinché possano essere una opportunità per lo sviluppo della nostra regione e non solo dell’area casertana».

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Molto critica, invece, la Cisl, che ha partecipato all'incontro con il segretario provinciale Giovanni Letizia e il segretario della Fim, Pino Scala. «Il mio giudizio su tavolo regionale è insoddisfacente - ha detto Letizia - perché al di là la disponibilità sulle questioni riguardanti Jabil, Softlab e Nuroll, la Regione manca di una visione strategica per il settore industriale e manifatturiero e si muove sul terreno dell'emergenza, attraverso gli ammortizzatori sociali. È chiaro che anche l'emergenza deve essere affrontata, ma non si possono addossare tutte le colpe al Governo, che pure ne avrà, ma il soggetto che deve programmare sul territorio è la Regione che non mette risorse per attrarre investimenti. Noi abbiamo chiesto di rendere disponibili doti finanziarie sul campo, in una dinamica produttiva territoriale, in modo da poter accompagnare i lavoratori, anche con gli aiuti alle imprese, verso il lavoro e anche sollecitare il Governo a fare investimenti».

La Cisl ha preso comeesempio quello che potrebbe succedere in Piemonte, «dove una start up di Singapore vuole investire tre miliardi di dollari, e per quale motivo una situazione simile non potrebbe replicarsi da noi, dove abbiamo una lunga tradizione industriale, know how e competenze. Vediamo una Regione in affanno, che chiede alle organizzazioni sindacali di trovare contributi imprenditoriali. La Regione - conclude Letizia - se vuole dare un contributo al territorio deve innalzare il livello di qualità della sua rappresentanza istituzionale».

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