Caldo record, viaggio tra i braccianti della Piana del Sele: al lavoro solo di mattina

Rago Group riduce gli orari di lavoro: stop alle 10.30

I braccianti al lavoro nella Piana del Sele
I braccianti al lavoro nella Piana del Sele
di Marco Di Bello
Sabato 22 Luglio 2023, 08:00 - Ultimo agg. 23 Luglio, 08:56
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Se si guarda dall'alto la Piana del Sele la quantità di terreni coltivati è impressionante. Un'economia che muove centinaia di milioni di euro e che, proprio per questo motivo, non si può arrestare neanche col caldo più asfissiante. È qui, sotto al cielo o nelle serre, che migliaia di lavoratori ogni giorno, anche nei giorni in cui le temperature hanno superato qualsiasi previsione, continuano a lavorare.
Le condizioni climatiche di questi giorni, tuttavia, sono proibitive. Le temperature hanno raggiunto e, non di rado superato, i 40 gradi, come dimostrano alcune colture gravemente sofferenti. Per questo, già da qualche giorno, le aziende agricole e le associazioni di categoria si sono mosse per far fronte a quella che rischia di diventare una vera e propria emergenza. «Ieri ero in Puglia dove Emiliano ha emanato un'ordinanza che impone di interrompere il lavoro in campagna alle ore 12, ma anche lì hanno dei problemi - spiega Antonio Costantino, presidente di Confagricoltura Salerno - la situazione, purtroppo, è difficile ovunque: si riesce a lavorare solo nelle prime ore mattutina, poi diventa proibitivo, ma l'emergenza non riguarda solo il settore agricolo, ma un po' tutti i lavori».

«Mi mancano ancora un paio d'anni per la pensione - racconta Giovanna, nome di fantasia, in attesa di iniziare a lavorare - altrimenti, in queste condizioni, sarei già andata via».

E non è l'unica a pensarlo tra quelli che svolgono lavori stagionali.

Qualcosa, per la verità, si sta facendo. Non assicurare condizioni minime, significa vanificare tutti gli sforzi per arrivare a raccolto: «La forma migliore per proteggere il personale è anticipare di un'ora alla mattina e interrompere prima, specialmente sotto serra - prosegue Costantino - poi, ovviamente, in campagna abbiamo del personale addetto alla distribuzione dell'acqua nei periodi caldi».

La chiave per battere il termometro impazzito, pertanto, restano gli orari. Lo conferma anche Rosario Rago, imprenditore della quarta gamma: «Rago Group ha deciso di anticipare l'inizio del lavoro alle 4:30 e di interromperlo alle 10:30, facendo sei ore anziché sette - spiega Rago - inoltre, ogni due ore concediamo una pausa di dieci minuti, così da consentire di idratarsi adeguatamente». L'acqua viene fornita? «Certamente, questo è il minimo», conclude l'imprenditore battipagliese.

Esempi virtuosi, indubbiamente, ma non è ovunque così. Basta aggirarsi nelle campagne all'alba, per incontrare lavoratori agricoli di ogni nazionalità, pronti a spiegare i patimenti di questi giorni. «Sopportiamo - dice un ragazzo nordafricano, a chi gli domanda come fanno con il caldo - cerchiamo di bere e di coprire la testa». Un altro uomo, di mezza età e proveniente dal napoletano, aggiunge: «Facciamo quello che possiamo per non patire troppo - spiega -, ma, a mia memoria, non ricordo mai un caldo come questo: l'estate scorsa pure fu terribile, ma non come quella di quest'anno».

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Anche le istituzioni, di fronte all'emergenza, si sono mosse, anche se con qualche ritardo. Lo ricorda, tra gli altri, Alferio Bottiglieri: «I segretari regionali di Flai, Fai e Uila hanno chiesto e ottenuto dalla Regione Campania un intervento - spiega il segretario provinciale di Flai Cgil, facendo riferimento all'ordinanza adottata dalla Regione, che impone l'interruzione delle attività alle 12:30 - mentre l'Inps, recentemente, ha acconsentito alla cassa integrazione ordinaria nel caso in cui le temperature superino i 35 °C». 

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