«Carichi fantasma», merce sparita
​dai Tir: in 46 finiscono a processo

«Carichi fantasma», merce sparita dai Tir: in 46 finiscono a processo
di Nicola Sorrentino
Venerdì 14 Giugno 2019, 09:39
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NOCERA INFERIORE. Sono 46 le persone che saranno processate perchè imputate nella maxi-inchiesta “Big boat”, istruita contro un sistema truffaldino attivo in tutta Italia, con base tra la provincia sud di Napoli e l’Agro nocerino-sarnese, in grado di far sparire merce di ogni sorta, senza mai farle arrivare alle aziende di destinazione. Dopo diversi stralci, alcune condanne con rito alternativo e iter separati, il processo partirà il 13 marzo del 2020, data della prima udienza, disposta dal gup, davanti ai giudici della seconda sezione penale del tribunale di Nocera Inferiore. L'indagine registrò un primo blitz nella primavera 2016 contro una gang di specialisti nella sparizione di merce: in precedenza il tribunale aveva già disposto condanne con rito alternativo per altri imputati e stralci a carico dei presunti capi. Il gruppo riusciva a far sparire la merce dai tir: sono centinaia gli episodi contestati in tutta Italia, mentre furono 39 le misure cautelari emesse dal gip del tribunale di Nocera Inferiore, a conclusione delle indagini della Procura, cominciate fin dal 2012, in grado di ricostruire un’organizzazione che, in nome e per conto di una ditta di autotrasporti con fittizia sede legale a Milano, otteneva da diverse società del nord Italia l’affidamento di carichi di merce.

La maxi-frode attirava committenti grazie a vantaggiosi prezzi concorrenziali stabiliti ad hoc: si faceva sparire merce di ogni tipo tramite documentazioni fasulle. Attraverso società di trasporto fittizie, il gruppo otteneva commesse da ditte accreditate sui borsini nazionali, fornendo false referenze attraverso e-mail, con polizze assicurative e documenti di circolazione contraffatti. Una volta ottenuta la merce, veniva trafugata all’insaputa dei legittimi proprietari, per poi sparire durante il viaggio e consegnata a ricettatori sparsi in tutta Italia. I primi sequestri furono effettuati in due depositi di Sarno. La merce che spariva era di vario tipo: dalle motoslitte a confezioni di Parmigiano Reggiano, poi vini, prodotti per l’edilizia, profumi, generi alimentari, accessori per computer, giochi per bambini, fertilizzanti e indumenti. Truffare le aziende era diventata un’abitudine, tanto da generare altri due filoni d’inchiesta, condotti sempre dalla polizia giudiziaria di Nocera Inferiore. 
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