Questa volta la pandemia non c'entra. O forse solo indirettamente. La voglia di andare al cinema così mortificata durante i giorni del lockdown, si è fermata dinanzi alla difficoltà di trovare un'offerta di film ampia e variegata. Il motivo è che il numero di sale cinematografiche è ridotto all'osso: tre sono chiuse, tra cui il multisala The Space. L'Apollo non ha riaperto dopo la pausa estiva e non si sa se riprenderà la programmazione.
«Bisogna fare dei lavori strutturali importanti allo stabile, compresa la copertura esterna, per poter garantire una fruizione della sala in piena sicurezza - spiega il gestore Gennaro Vaglia, appartenente ad una famiglia di imprenditori del settore con cinema a Cava e Pagani - Una volta che i proprietari li avranno realizzati ci metteremo intorno ad un tavolo e deciderò se proseguire nella gestione.
«Le piattaforme non mi bastano affatto. Ma a parte i miei gusti personali - dice Peppe D'Antonio, direttore di Linea d'Ombra - mi preoccupa che il declino delle sale oltre a rappresentare un danno umano ed economico per i gestori, faccia scomparire il cinema d'autore. Credo che la condivisione del cinema ritornerà se anche noi spettatori smetteremo di stare seduti, con le emozioni intorpidite e riprenderemo il senso di socialità». «Auguriamoci che sia una situazione temporanea e che nuovi imprenditori del settore si facciano avanti - dice il regista Michele Schiavino - Mi ricordo i tempi in cui si scendeva a piedi in centro e si aveva la possibilità di scegliere sul momento se andare al Capitolo o al Mini. La mia sala ideale è quella che realizzai nel '79 nel centro storico per film che restano fuori dai circuiti tradizionali. Bello comunque vedere che resistono cinema come il San Demetrio ed il Fatima che hanno un rapporto antichissimo con i propri spettatori diventati una comunità».
Chi resta aperto oggi, fa il proprio lavoro tra mille difficoltà dovute soprattutto alla crisi energetica. «Va un po' tutto al rilento anche se poi ci sono film come quello su Dante di Pupi Avati che vanno molto bene - spiega Claudio Tortora, patron del cinema teatro Delle Arti - Cerchiamo di resistere e capisco benissimo chi non ce la fa e molla tutto. C'è il problema serio delle bollette di fronte al quale occorre prendere provvedimenti urgenti». «Noi piccoli abbiamo costi più contenuti e possiamo contare su un pubblico di affezionati - dice Rodolfo Giuliano, gestore del cinema San Demetrio - Sono qui da 46 anni ed il mio cineforum è alla 91 esima edizione. Trovo scandaloso che un Augusteo per il quale sono stati spesi sette miliardi di lire, tutti soldi pubblici, non funzioni. Noi privati investiamo e rischiamo i nostri soldi, non ho mai ricevuto un contributo da nessuno». «Bisognerebbe dare dei sostegni agli esercenti e cercare di comprendere le loro esigenze - dice Vincenzo Mele, direttore artistico del festival Salerno in Cortocircuito - Vanno aiutati i giovani che hanno voglia di mettersi in gioco ed evitare che se ne vadano all'estero».