Salerno senza grandi cinema:
«Ma The Space riapre a novembre»

Salerno senza grandi cinema: «Ma The Space riapre a novembre»
di Monica Trotta
Lunedì 17 Ottobre 2022, 08:00 - Ultimo agg. 18 Ottobre, 15:26
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Questa volta la pandemia non c'entra. O forse solo indirettamente. La voglia di andare al cinema così mortificata durante i giorni del lockdown, si è fermata dinanzi alla difficoltà di trovare un'offerta di film ampia e variegata. Il motivo è che il numero di sale cinematografiche è ridotto all'osso: tre sono chiuse, tra cui il multisala The Space. L'Apollo non ha riaperto dopo la pausa estiva e non si sa se riprenderà la programmazione.

«Bisogna fare dei lavori strutturali importanti allo stabile, compresa la copertura esterna, per poter garantire una fruizione della sala in piena sicurezza - spiega il gestore Gennaro Vaglia, appartenente ad una famiglia di imprenditori del settore con cinema a Cava e Pagani - Una volta che i proprietari li avranno realizzati ci metteremo intorno ad un tavolo e deciderò se proseguire nella gestione.

Non posso nascondere le difficoltà dovute al calo di pubblico nel periodo post pandemia, ma adesso la priorità è la messa in sicurezza dello stabile che è compito dei proprietari. So che sono stati fatti solo dei sopralluoghi e che i lavori non sono ancora iniziati». L'Augusteo dopo la parentesi di utilizzo come centro per le vaccinazioni funziona come sala teatro per degli eventi occasionali e non più come cinema. Il multisala The Space è interessato da un'ampia ristrutturazione e riaprirà a novembre. Gli interventi hanno comportato un investimento di 3 milioni di euro che porteranno un completo restyling con l'installazione di nuove poltrone «recliner» ed un design innovativo in linea con quello che è stato fatto in altre città. Resistono invece le piccole e medie sale che proprio a causa della pandemia sembravano destinate a soffrire di più e che invece sono le sole ad offrire una regolare programmazione. Insomma Fatima, Delle Arti e San Demetrio, sono gli unici approdi sicuri per chi ama il grande schermo. Ma può una città come Salerno avere un'offerta così ridotta? Non significa questo decretare la fine definitiva della fruizione dei film in sala a tutto vantaggio dello streaming?

«Le piattaforme non mi bastano affatto. Ma a parte i miei gusti personali - dice Peppe D'Antonio, direttore di Linea d'Ombra - mi preoccupa che il declino delle sale oltre a rappresentare un danno umano ed economico per i gestori, faccia scomparire il cinema d'autore. Credo che la condivisione del cinema ritornerà se anche noi spettatori smetteremo di stare seduti, con le emozioni intorpidite e riprenderemo il senso di socialità». «Auguriamoci che sia una situazione temporanea e che nuovi imprenditori del settore si facciano avanti - dice il regista Michele Schiavino - Mi ricordo i tempi in cui si scendeva a piedi in centro e si aveva la possibilità di scegliere sul momento se andare al Capitolo o al Mini. La mia sala ideale è quella che realizzai nel '79 nel centro storico per film che restano fuori dai circuiti tradizionali. Bello comunque vedere che resistono cinema come il San Demetrio ed il Fatima che hanno un rapporto antichissimo con i propri spettatori diventati una comunità». 

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Chi resta aperto oggi, fa il proprio lavoro tra mille difficoltà dovute soprattutto alla crisi energetica. «Va un po' tutto al rilento anche se poi ci sono film come quello su Dante di Pupi Avati che vanno molto bene - spiega Claudio Tortora, patron del cinema teatro Delle Arti - Cerchiamo di resistere e capisco benissimo chi non ce la fa e molla tutto. C'è il problema serio delle bollette di fronte al quale occorre prendere provvedimenti urgenti». «Noi piccoli abbiamo costi più contenuti e possiamo contare su un pubblico di affezionati - dice Rodolfo Giuliano, gestore del cinema San Demetrio - Sono qui da 46 anni ed il mio cineforum è alla 91 esima edizione. Trovo scandaloso che un Augusteo per il quale sono stati spesi sette miliardi di lire, tutti soldi pubblici, non funzioni. Noi privati investiamo e rischiamo i nostri soldi, non ho mai ricevuto un contributo da nessuno». «Bisognerebbe dare dei sostegni agli esercenti e cercare di comprendere le loro esigenze - dice Vincenzo Mele, direttore artistico del festival Salerno in Cortocircuito - Vanno aiutati i giovani che hanno voglia di mettersi in gioco ed evitare che se ne vadano all'estero». 

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