Covid nei bambini, la sindrome misteriosa
colpisce anche a Salerno: salvato a 9 anni

Covid nei bambini, la sindrome misteriosa colpisce anche a Salerno: salvato a 9 anni
di Sabino Russo
Mercoledì 6 Gennaio 2021, 09:30
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Un'altra storia a lieto fine. Quella del piccolo Eugenio, un bambino di 9 anni, colpito dal covid all'inizio di novembre e salvo grazie ai pediatri del Ruggi. A raccontare le lacrime, la preoccupazione, la sofferenza di quegli attimi è il papà Biagio Petrosino. Il piccolo è risultato positivo, insieme al resto della famiglia, il 2 novembre scorso. Eugenio, durante il corso della quarantena, è stato sempre asintomatico e si è negativizzato il 25 novembre. Da quel giorno, fino a sabato 12 dicembre, è stato sempre bene. Durante la notte, però, inizia ad alzarsi la febbre, intorno ai 37.8. Al risveglio il bimbo continua ad avere la febbre, mostrando delle macchioline rosse sulle manine. Da qui la chiamata alla propria pediatra, che consiglia di aspettare fino al lunedì. La mattina seguente i puntini rossi si sono allargati a tutto il corpo, così la pediatra, il martedì, fa effettuare un tampone faringeo per rilevare l'eventuale presenza di uno streptococco alla gola, iniziando di conseguenza un trattamento antibiotico. Il tampone, invece, dà esito negativo. A quel punto si opta per il trasporto in ospedale, poiché il bambino mostra una forte disidratazione e non mangia da 4 giorni. Giunto al pronto soccorso, viene avviato, immediatamente, tutto il percorso pre-ricovero. Il piccolo, insieme al padre, viene prima chiuso nella stanzetta di isolamento, in attesa di un nuovo tampone molecolare, che dà esito negativo. 

Poi viene trasferito in pediatria, dove il primario Rosario Pacifico e i medici Pisano, Iannicelli e Perna, dopo aver riscontrato un valore sballato della troponina (intorno a 400), intuiscono immediatamente la patologia di cui è affetto Eugenio: Mis-C. Si tratta di una nuova infezione legata al covid, che va trattata con flebo di immunoglobulina, della durata di circa un'ora. Dopo 12 ore di terapia continua il bambino si riprende subito, ricominciando a rialzarsi e mangiare. Papà e figlio rimangono in ospedale dal 16 al 31 dicembre, quando a mezzogiorno possono ritornare a casa dalla famiglia. «Sono molto riconoscente a tutti i medici del Ruggi che hanno salvato la vita del mio bambino - dice commosso papà Biagio, che non nasconde anche qualche lacrima - È un dolore immenso, quando un piccolo di 9 anni ti dice: papà perché non mi difendi? Mi fanno male, mi fanno le punture. Ti senti inerme, distrutto. Voglio rimarcare, in maniera forte, che il personale, nonostante non sia messo in condizioni buone per lavorare, è stato fantastico. Basti pensare che per fare un Ecg, perché questa infezione ha colpito il cuoricino del bambino, provocandogli una miocardite, che fortunatamente pare non abbia leso il cuore, impiegano 45 minuti-un'ora mentre ci vorrebbero pochi minuti, perché le apparecchiature sono vecchissime e non funzionano. Invece di pensare a tante stupidaggini, si dovrebbe metter mano a migliorare le attrezzature, avendo medici e paramedici di grandissima competenza». La storia di Eugenio segue di pochi giorni quella di una bimba di 5 anni di Sant'Egidio del Monte Albino, affetta dalla stessa infezione post-covid e tornata da poco a casa.

Anche Luisa prende il virus insieme con tutta la famiglia, è asintomatica e torna negativa quasi subito. Dopo circa tre settimane, compare febbre altissima, cefalea, congiuntivite e un violento dolore addominale. Quando la piccola arriva al Santobono, in condizioni gravi, la dignosi è: Mis-C. 

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