Posti letto esauriti e ambulanze in coda,
Scafati rivive l'incubo della zona rossa

Posti letto esauriti e ambulanze in coda, Scafati rivive l'incubo della zona rossa
Mercoledì 24 Febbraio 2021, 10:13
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Sembra di essere tornati indietro nel tempo, ai mesi duri della seconda ondata, scanditi dai ripetuti appelli al rispetto delle norme e dalla richiesta continua di posti-letto negli ospedali. L'immagine più emblematica di un'emergenza che torna a far paura è sicuramente quella delle ambulanze in fila fuori ai pronto soccorso, in attesa di sbarellare pazienti. È la stessa scena che si ripropone in questi giorni al Covid hospital di Scafati. È accaduto ieri, l'altro ieri e il giorno prima ancora. Quattro, cinque, sei ambulanze incolonnate, a motori spenti, con a bordo pazienti gravi. Restano in attesa per ore, nella speranza che si liberi un posto ai piani superiori o tra le tre postazioni di osservazione allestite all'interno del pronto soccorso. Domenica sera, verso le 22, ce n'erano tre in fila lungo il corridoio che conduce all'ingresso del pronto soccorso. A bordo altrettanti pazienti in condizioni molto serie, assistiti e monitorati dai medici del 118 e dai colleghi di turno del Mauro Scarlato. Quelle ambulanze sono rimaste lì tutta la notte, anche il giorno successivo, in attesa che si liberasse qualche posto. Sembra che in Malattie Infettive se ne fosse liberato uno domenica, in serata, per il decesso di un paziente, un anziano di Sarno, la cui salma sarebbe però rimasta in reparto quasi tutta la notte, in attesa del trasferimento in sala mortuaria, per indisponibilità del personale addetto.

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Lunedì e ieri ancora file di ambulanze. «Sembra di essere tornati ad ottobre - dice un infermiere - quando la pressione era tale che non sapevamo come garantire assistenza a chi ne aveva bisogno». Sono quasi tutti gravi i casi che giungono al Covid hospital di Scafati. Ai piani superiori, in Pneumologia, la maggior parte dei pazienti necessita di assistenza ventilatori continua. Posti tutti occupati anche in Rianimazione. In città, intanto, è in costante crescita il numero dei nuovi contagiati. Scafati resta uno dei primi trenta comuni in Campania a rischio zona rossa. Ieri, 21 nuovi casi, ma il giorno prima erano stati 43 (il dato più alto tra Salerno città e provincia). È, intanto, notizia di ieri il caso di un focolaio in un'attività commerciale del centro, chiusa dal Dipartimento di prevenzione dell'Asl per la sanificazione. Tutti contagiati i dipendenti, figlio del titolare compreso. Uno di loro sarebbe stato già positivo al Covid nel mese di dicembre. Avrebbe contratto nuovamente il virus a distanza di poco più di un mese e mezzo. Potrebbero essere tutti casi di variante inglese. Sono una cinquantina quelli già registrati sul territorio.

A preoccupare, non solo a Scafati, è proprio questa variante inglese del virus (che sarebbe molto più contagiosa), come ammette anche il presidente della Provincia Michele Strianese. «Interloquendo con i sanitari di molti ospedali campani - spiega - emerge un dato allarmante che è ancora in fase di approfondimento. Ovvero, che nell'Agro nocerino sarnese e nelle aree limitrofe si sia diffusa una variante del Covid più aggressiva che provoca sintomi e aumenta il numero di ospedalizzati. Questo non deve farci allarmare, ma deve spronarci tutti alla responsabilità e al rigore. Chiedo a tutti di rispettare le regole con estrema attenzione, di non assembrarsi, di evitare gli spostamenti e di fare solo ciò che è strettamente necessario. Siamo in una fase delicatissima della terza ondata e bisogna avere prudenza, fare attenzione, rispettare la salute nostra e degli altri. Serve grande collaborazione da parte di tutti, senza superficialità e senza scuse».
 

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