Dino Buzzati e il cinema: il mix perfetto alla Menna

Arriva il secondo appuntamento che la Fondazione Filiberto e Bianca Menna

Protagonisti
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di Davide Speranza
Mercoledì 4 Gennaio 2023, 08:30
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I paesaggi desertici e metafisici come i dipinti del Duomo di Milano, l'ironia surreale di Tognazzi, la variopinta avventura degli orsi di re Leonzio, ogni singolo elemento dei film basati su romanzi e racconti di Dino Buzzati ricalca l'atmosfera, l'impronta genetica indelebile della sua narrazione, quel senso di inquietudine, l'aspettare qualcosa che non arriva, la drammatica contrapposizione contemporanea tra uomo e natura. La sua voce irrompe sempre, anche quando i registi ispirati dalle sue storie hanno - spesso con esiti miracolosi - offerto una propria visione. Dino Buzzati e il cinema è un connubio perfetto. Un binomio che fa cortocircuito con teatro e pittura. Così arriva il secondo appuntamento che la Fondazione Filiberto e Bianca Menna propone nell'ambito del progetto dedicato ai 50 anni dalla morte dello scrittore e giornalista. «

Arte di Sera II/2 Schermo Buzzati», a cura di Massimo Maiorino e Stefania Zuliani (direttrice artistica della Fondazione) - all'interno del format «Le storie dipinte» realizzato con il sostegno della Regione Campania e con il patrocinio dell'Associazione Buzzati - vedrà mercoledì 4 gennaio ore 17.30 la proiezione di tre film che hanno interpretato la scrittura visionaria dell'autore bellunese.

La maratona cinematografica sarà introdotta dal commento di Gianpaolo Cacciottolo e Massimo Maiorino. A riempire occhi e cuore del pubblico saranno «La famosa invasione degli orsi in Sicilia» diretto da Lorenzo Mattotti; «Il deserto dei Tartari», ultimo lavoro di Valerio Zurlini, indimenticabile regista di «Estate violenta» e del pratoliniano «Cronaca familiare»: nella pellicola ispirata alla storia di Giovanni Drogo, di particolare impatto visivo è la fortezza della cittadella Arg-e Bam, patrimonio Unesco, quasi completamente rasa al suolo nel 2003 a causa di un terremoto. Infine «Il fischio al naso» che vede la regia di Ugo Tognazzi (interprete in stato di grazia), film stralciato da uno dei racconti simbolo di Buzzati «Sette piani». Memorabile il monologo iniziale di Tognazzi che, nei panni di un imprenditore del Nord, espone la sua filosofia di vita alla delegazione straniera arrivata in azienda: «Più consumare più produrre, più produrre più lavorare, più lavorare più arricchire, più arricchire più consumare. Questo essere mio imperativo economico». Una filosofia presa a sberleffi da Buzzati che nei suoi scritti descrive una umanità vuota e al tramonto apocalittico, senza mai cadere nella morale. Nonostante fosse difficile trasporlo sul grande schermo, il cinema ha saccheggiato volentieri l'immaginario buzzatiano: da «Un amore» del 1965, a «Contronatura» basato sul racconto «Eppure bussano alla porta», a Barnabo delle Montagne (presentato da Mario Brenta al Festival di Cannes).

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