Un anno fa la morte di Dora, caduta dal quarto piano: ​«Mia sorella non si è uccisa, vogliamo la verità»

Un anno fa la morte di Dora, caduta dal quarto piano: «Mia sorella non si è uccisa, vogliamo la verità»
di Pasquale Sorrentino
Sabato 8 Ottobre 2022, 22:59 - Ultimo agg. 9 Ottobre, 17:21
6 Minuti di Lettura

La notte tra l’otto e il nove ottobre dello scorso anno, Dora Lagreca ha perso la vita dopo una caduta dal terrazzo, dal quarto piano, di una palazzina a Potenza dove in quel momento era con il fidanzato Antonio Capasso. Quest’ultimo è stato indagato per istigazione al suicidio, in questo modo ha potuto anche nominare un perito di parte per l’autopsia sul corpo della giovane valdianese. A distanza di un anno però nulla si sa dell’inchiesta per la morte della trentenne. Questo perché la Procura di Potenza mantiene il più stretto riserbo sul caso. Il dramma, si ricorderà, per diverse settimane ha richiamato l’attenzione dei media nazionali, a volte anche morbosa. Poi i riflettori si sono spenti, ma naturalmente non il dolore e il rimpianto dei familiari che nel corso dei mesi si sono invece acuiti. Questo anche perché non arrivano segnali dalla Basilicata sugli sviluppi dell’indagine per chiarire i motivi della morte di Dora. Per un anno i parenti della dipendente scolastica hanno taciuto. I microfoni e i taccuini hanno raggiunto amici, pseudo amiche, conoscenti e colleghi ma mai chi conosceva davvero bene la giovane. A distanza di un anno Michela Lagreca, sorella più grande di due anni di Dora, per la prima volta ha voluto rompere il silenzio. 


Come mai?
«Da un anno viviamo il dolore per la perdita di Dora.

Da un anno chiediamo spiegazioni, risposte. Nulla ci restituirà la nostra amata Dora, ma almeno sapremo la verità su cosa sia accaduto quella maledetta sera a Potenza».

Secondo lei cosa è accaduto?
«Mia sorella amava troppo la vita per decidere di togliersela. Si era vista qualche ora prima con mamma e papà ed era serenissima. A me parlava sempre di sogni e progetti futuri, di voler diventare mamma. Poi la conoscevo: non lo avrebbe mai fatto. E non credo neanche alla tesi dell’incidente. Con i miei genitori vogliamo delle risposte proprio per capire cosa sia accaduto, perché da un anno attendiamo risposte e la nostra vita, a differenza di quella di altre persone coinvolte, è stata stravolta».

Ha mai parlato con suo cognato, Antonio, dopo la tragedia?
«Quella notte sono venuti i carabinieri nella nostra casa di Montesano sulla Marcellana per dirci che Dora aveva avuto un incidente. Con il mio compagno siamo partiti verso Potenza e ho provato più volte a chiamare Antonio per capire cosa fosse accaduto. Mi ha riposto al quarto tentativo con una chiamata su messenger, mi ha solo detto: “Dora è caduta dal terzo piano”, poi ha chiuso e da allora non l’ho più sentito, così come i miei genitori. Mai una chiamata di spiegazione, di scuse, di condoglianze». 

LEGGI ANCHE Dora Lagreca, un farmaco e una pozza d'acqua sulla terrazza: svolta nelle indagini, ecco perché

Come definisce il rapporto tra Dora e Antonio?
«Litigavano, verbalmente, spesso. Un rapporto, secondo me, morboso. Lui non la lasciava mai stare, voleva starle sempre vicino, sempre sapere dove fosse e con chi fosse. Era assillante, insomma, aveva una gelosia morbosa. Anche mia sorella, forse per ripicca, poi ha cominciato a comportarsi in modo simile. Devo anche aggiungere che mai ci ha riferito di azioni violente nei suoi confronti, ma ci ha sempre detto che verbalmente la offendeva e cercava di farla sentire sbagliata».

Come si sono conosciuti? Sognavano un futuro insieme?
«Mi sorella amava molto i social e mostrare la voglia di vivere. Lui l’ha contattata diverse volte perché Dora aveva trovato lavoro vicino Potenza e poi si sono visti per un caffè. Hanno parlato di un loro piccolo problema di salute che avevano in comune e questo forse li ha uniti ancor di più. Sì, hanno parlato anche di un futuro insieme, ma Dora con me e con nostra madre, con la quale si confidava sempre, spesso ha espresso la volontà di lasciarlo».

LEGGI ANCHE Dora giù dal balcone a Potenza, l'avvocato del fidanzato: ​«Ricostruzioni fantasiose»

I rapporti della sua famiglia con Antonio quali erano?
«Lo abbiamo accolto subito con affetto. Poi c’è stato un episodio in casa nostra a Montesano, con un litigio verbale e un insulto ai danni di Dora sentito da mamma e da allora non era più benvoluto nella nostra abitazione. Il problema fisico comune probabilmente ha instaurato in Dora una sensazione da “crocerossina” per sostenerlo. Secondo me era semplicemente un rapporto malato».

Dora, subito dopo la tragedia, è stata raccontata in diversi modi, soprattutto da amiche o presunte tali e soprattutto basandosi sui suoi profili social. Ci racconti lei chi era davvero Dora.
«Innanzitutto sono spuntate amiche che neanche sapevo che avesse. Poi sono state date descrizioni superficiali della nostra Dora. Le vere amiche di Dora sono vicino a noi ogni giorno da quella maledetta notte. Dora amava i social, amava se stessa. Ma era soprattutto una ragazza estremamente allegra, espansiva, coinvolgente. Era l’anima delle serate. Vedeva il buono in chiunque incontrasse. Amava uscire con le amiche, così come amava lavorare. Nonostante avesse una pensione ha sempre lavorato. Una fata delle unghie, oltre a lavorare in una scuola».

Video

Tornando a quella notte: un’unghia di Dora è stata ritrovata in camera. Quali sono i suoi dubbi?
«Mia sorella aveva sempre le mani in ordine e se ha perso un’unghia qualcosa è accaduto. Da quanto ricostruito grazie al supporto del nostro legale (l’avvocato Renivaldo Lagreca – ndr), Antonio dopo la caduta ha chiamato prima la mamma e poi il 118. Per quale motivo? E poi: perché mia sorella era completamente nuda? A Potenza faceva freddo e Dora non sarebbe mai andata sul terrazzo senza vestiti. E ancora: solo un giornalista ha trovato il dispositivo di mia sorella sul terreno, tre giorni dopo la tragedia. La mia famiglia da un anno è distrutta. Vogliamo delle risposte, le vogliamo per la nostra amata Dora».

Un anno fa la tragedia. Come ricorderete Dora?
«La ricordiamo ogni ora del giorno, la cerchiamo in ogni angolo della casa. Stasera con gli amici e i compaesani faremo una fiaccolata per ricordare la sua luce e per chiedere giustizia».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA