Falsificano la firma del magistrato per trasferire i soldi dell'invalidità

La denuncia della sorella, tutrice del ragazzo, dopo la comunicazione dalla compagnia assicurativa

Un'aula di giustizia
Un'aula di giustizia
di Nicola Sorrentino
Mercoledì 4 Gennaio 2023, 06:55 - Ultimo agg. 08:11
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Avrebbero falsificato la firma del presidente del tribunale di Vallo della Lucania, trasferendo poi 280mila euro, destinati ad un 29enne di Agropoli con disabilità al 100%, perché affetto da tetraparesi spastica. Il processo per tre persone si terrà a Napoli. Lo ha stabilito il tribunale di Nocera Inferiore, dichiarando la sua incompetenza in ragione della parte lesa, rappresentata da un giudice. Tra gli imputati c’è un calabrese, un imprenditore di Pagani e un terzo di Novara. Le accuse, a vario titolo e a seconda delle posizioni, sono falso, truffa, riciclaggio, sostituzione di persona e possesso di documenti falsi. L’inchiesta della Procura di Nocera risale a gennaio 2019, quando i carabinieri ricostruirono una truffa, alla quale avrebbero preso parte almeno 4 persone, a danno del ragazzo di Agropoli. Al giovane fu sottratto il valore di una polizza sottoscritta, in ragione della patologia sofferta.

Fu la sorella a sporgere denuncia, tutrice del ragazzo, dopo aver ricevuto la comunicazione dalla compagnia assicurativa dell’avvenuto svincolo della somma, pari ad oltre 280mila euro.

Quei soldi erano stati sbloccati grazie ad una donna mai identificata, che si era sostituita alla sorella della vittima, recandosi presso un’agenzia assicurativa di Novara con documenti falsi e chiedendo il riscatto della somma. Ci riuscì attraverso una falsa autorizzazione, creata da uno degli indagati, con la firma fasulla del presidente del Tribunale di Vallo della Lucania, quale giudice tutelare competente, mediante la quale aveva convinto l’operatore a ritenere che il tribunale avesse disposto lo svincolo del denaro. La somma, una volta sbloccata, era stata trasferita - qui l’accusa di riciclaggio - per gran parte su un conto corrente intestato a una società con sede a Pagani, facente capo ad uno degli imputati. Il Gip applicò gli arresti domiciliari per il 48enne calabrese e il divieto di esercitare impresa per il paganese. A seguire, il sequestro preventivo di denaro e beni pari ai 280mila euro, i soldi sottratti al giovane. 

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