Definì gay il concorrente del GF12:
assolta Adriana, showgirl salernitana

Definì gay il concorrente del GF12: assolta Adriana, showgirl salernitana
di Giovanna Di Giorgio
Venerdì 6 Aprile 2018, 11:07 - Ultimo agg. 11:08
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L'aver definito «gay» il suo compagno di avventura Luca Di Tolla nella casa del Grande Fratello non integra il reato di diffamazione. Così Adriana Peluso, la bella salernitana concorrente al GF12, è stata assolta perché «il fatto non sussiste». Lo ha stabilito il giudice in composizione monocratica del Tribunale di Salerno, seconda sezione penale, Ennio Trivelli. Che ha assolto sia Peluso, difesa dall'avvocato Antonia Provenza, che le giornaliste della rivista Vip Rachele Cerrelli e Giorgia Maria Cipria, querelate per aver riportato le dichiarazioni ritenute lesive da Di Tolla.

Per leggere le motivazioni che hanno fatto cadere l'accusa bisognerà aspettare ancora un po'. Ma quel che sembra chiaro è che il concorrente del GF12, che affermava di aver subito conseguenze dall'intervista incriminata sia a livello lavorativo che nei rapporti con le donne, ha avuto torto nel ritenere «denigratorio» il modo in cui Adriana Peluso gli attribuiva tendenze omosessuali. «Dal momento che nessuno le ha fatto fare la prima donna queste le parole dette della Peluso in riferimento a un'altra concorrente - si è buttata su Luca che è gay. Non lo dico per scherzare, fonti attendibili, molto vicine a Luca l'hanno visto a Salerno in atteggiamenti intimi insieme a un ragazzo». Probabilmente, a determinare l'assoluzione dell'avvenente salernitana candidata al consiglio comunale in una delle liste a sostegno di Dante Santoro due anni fa è stato anche «il contesto entro il quale questi personaggi venivano intervistati». Il gossip, cioè, era parte dello spettacolo. Ancor più perché il gioco «continuava anche dopo l'uscita dei personaggi dalla Casa», come evidenziato dall'avvocato Provenza. Che ha pure invocato la Corte di Cassazione: secondo la suprema Corte, il termine «gay» nell'attuale contesto storico «non ha un carattere intrinsecamente offensivo».
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