Inferno di Dante alla Grotta di Pertosa-Auletta: ritorno tra le polemiche

Botta e risposta sull’opportunità di questa scelta, visti gli strascichi giudiziari derivanti dalla precedente esperienza

La rappresentazione in Grotta
La rappresentazione in Grotta
di Pasquale Sorrentino
Venerdì 27 Ottobre 2023, 07:00
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«L’Inferno di Dante» si prepara a tornare in scena alla Grotta di Pertosa-Auletta. Tanto basta a far divampare la polemica politica sull’opportunità di questa scelta, visti gli strascichi giudiziari derivanti dalla precedente esperienza. A mettere in scena la performance sarà Luca Corrado, figlio di Domenico, ideatore dell’Inferno che si è lasciato in malo modo con la Fondazione Mida, che gestisce il sito, nel maggio 2014.

La Luca Corrado Produzione srls è stata, infatti, l’unica ad avere risposto all’avviso pubblico della Fondazione per organizzare eventi in Grotta. Ma tra la Fondazione Mida e Domenico Corrado (o meglio con la Tappeto Volante, società che gestiva “L’Inferno di Dante” collegata a Corrado) esiste un contenzioso al Tribunale civile di Lagonegro per danni d’immagine ed economici. Questo perché al tempo del burrascoso divorzio la società avrebbe promosso le Grotte di Castelcivita (dove aveva trasferito le rappresentazioni) e perchè era in debito - stando a quanto sostenuto dalla Fondazione tutelata dall’avvocato Raffaele Boninfante - di circa 50mila euro.

L’udienza finale è prevista per la primavera 2024.

«Con questa decisione - ha tuonato l’ex presidente Francescantonio D’Orilia - si potrebbe cancellare con un colpo di spugna tutto il contenzioso giudiziario ancora in essere tra la Fondazione e Tappeto Volante che non ha rispettato gli accordi con un’anticipata rescissione unilaterale del contratto lasciando un debito di 50mila euro circa». Non solo la Fondazione. Almeno quattro tra pubblicitari, albergatori e aziende lamentano debiti con Tappeto Volante (in fase di liquidazione) nel periodo legato al «primo Dante», circa dieci anni fa. Alle accuse di D’Orilia replica Rosaria Carfagna, presidente Mida dallo scorso aprile. «Abbiamo prodotto una manifestazione di interesse legittima e trasparente, pubblicata sul sito della Fondazione finalizzata alla concessione di un servizio e in questo modo, attraverso il canone andremo a recuperare 50mila euro». Carfagna rimarca le differenze tra le due concessioni: «Durante la presidenza D’Orilia, veniva concessa la possibilità di fare oltre 60 spettacoli annui con picchi di 74. Mentre con l’attuale accordo si potranno effettuare massimo 25 spettacoli».

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E infine Domenico Corrado: «La produzione è di mio figlio, io non c’entro nulla. Ha semplicemente risposto a un bando pubblico. Nessuno si chiede perché davvero sono andato via considerando il successo che stavamo avendo. D’Orilia omette di dirlo».

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