Largo Barbuti sfregiato da siringhe
e bottiglie: «Come un'estate fa»

Largo Barbuti sfregiato da siringhe e bottiglie: «Come un'estate fa»
di Barbara Cangiano
Lunedì 6 Luglio 2020, 09:00
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Armati di pazienza, guanti, secchi e scope, si erano addentrati in largo Barbuti per portare via bustoni di immondizia, materassi e pezzi di vecchi mobili. Ma oltre che dalla spazzatura, hanno dovuto liberare la piazzetta del centro storico da siringhe, residui di cocaina, cartine argentate e un tappeto di bottiglie di birra. «Sono anni che sollecitiamo l'intervento delle forze di polizia - denuncia Pasquale Petrosino di Scena teatro co-organizzatore, insieme alla Bottega San Lazzaro, della tradizionale rassegna estiva - Quando non ci sono eventi, quest'area è un luogo di spaccio. Nascondono la droga nei vasi, nei buchi delle pareti. E non appena cala il sipario si riversano in decine per bere, fumare, fare schiamazzi e, alle volte, divertirsi a danneggiare quello che non riusciamo a salvare per tempo chiudendolo in deposito: l'altro anno ci hanno incendiato perfino le quinte». Sono giovani, nella maggior parte dei casi minorenni, «che probabilmente acquistano alcolici nei supermercati, nei distributori automatici o nei negozi etnici aperti fino a tardi e poi vengono qui a sballarsi», incalza Chiara Natella, anima del Teatro dei Barbuti.

Ecco perché ha deciso di farsi promotrice di una raccolta firme e di un esposto per chiedere la recinzione della piazza. «Servono telecamere, maggiori controlli: ogni estate è la stessa storia. Fino a quattro o cinque anni fa combattevamo solo con gli incivili che usavano il largo come un deposito di schifezze, adesso dobbiamo stare in guardia dai ragazzini che tra l'altro, gettano rifiuti e bottiglie sul pubblico, probabilmente con lo scopo di far andare via le persone e di riappropriarsi della piazza, dove si sono verificate numerose risse nel cuore della notte. L'anno scorso ho dovuto chiamare il 118 perché c'era una 14enne in coma etilico e da madre, oltre che da cittadina, non potevo lasciarla lì, dopo che i suoi compagni l'avevano abbandonata». Terminato il lockdown, con l'estate che è entrata nel vivo, i problemi sono tornati. Identici a quelli dodici mesi fa. «Siamo nel degrado più totale e ci tocca provvedere in prima persona alla pulizia per poter continuare a tenere i nostri spettacoli», sottolinea Petrosino.

Purtroppo non è un caso isolato. Sabato mattina, Dario Renda del comitato territoriale Salerno mia, aveva denunciato la presenza di decine di sacchi di indifferenziato abbandonati a ridosso della chiesa di Sant'Andrea de Lavina, un gioiello ottocentesco quotidianamente strozzato dai rifiuti alle spalle di largo Campo. I vigili urbani sono immediatamente intervenuti, ma ventiquattro ore dopo, l'intera zona di porta Rateprandi, era di nuovo costellata da sacchetti, bottiglie di birra, lattine, cicche con la new entry di uno scooter incastonato nelle impalcature di un palazzo fatiscente, meta preferita dai topi. «Come ogni domenica mattina, il centro storico è pieno di bottiglie vuote abbandonate ovunque incalza Renda sui muretti, per terra, sulle scalinate di palazzi e monumenti». Le piazze che peggio di altre portano il segno del sabato sera alcolico appena trascorso sono largo Abate Conforti e piazza Sant'Agostino, non a caso i punti critici sui quali il sindaco Vincenzo Napoli ha chiesto maggiori controlli alle forze di polizia, per stoppare l'abuso di alcolici tra i minorenni che, proprio qui amano ritrovarsi di notte. «È uno schifo - sbotta Mariarosaria Russo - Esco presto per portare il cane a fare una passeggiata e il sabato mattina devo fare attenzione ai cocci di vetro.

La domenica è anche peggio: non capisco perché il Comune non installi delle campane e dei cestini gettacarte. Se nel week end in questi luoghi si concentrano tante persone, sarebbe utile per evitare disagi a noi residenti. Non lo fanno perché hanno paura che la gente scostumata ci butti dentro l'immondizia anziché differenziarla, ma tanto lo fa lo stesso e la abbandona in strada. Meglio un cestino, almeno ci sono meno probabilità che arrivino anche i ratti». Questi ultimi, in verità, hanno iniziato a fare capolino tra i vicoli già da tempo: «Tra caldo, odori nauseabondi e resti di umido sparsi sul selciato, era prevedibile racconta un'anziana di largo Campo Motivo per cui non ci resta che gettare ogni mattina acqua e disinfettante per non trovarceli in casa o nei negozi». 

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