«Patto per l'aria», stop ai roghi agricoli per salvare il Nolano

«Patto per l'aria», stop ai roghi agricoli per salvare il Nolano
di Nello Lauro
Lunedì 6 Luglio 2020, 08:40
3 Minuti di Lettura

Uno, cento, mille roghi. Piccoli o grandi. Bianchi o talvolta anche neri che rendono l'aria mefitica. Ogni giorno, di ogni settimana, di ogni anno. È il Nolano che oltre a fare parte della terra dei fuochi è anche la terra dei fumi. Fumarole come una solfatara visibili a chilometri di distanza in tutti i paesi dell'area. Con un triste paradosso: più piante ci sono più incendi ci sono. Senza freno, senza sosta e senza controllo.

Il presidente di Legambiente Nola Annamaria Iovino ha inviato una lettera aperta ai 18 di sindaci di Camposano, Carbonara di Nola, Casamarciano, Cimitile, Cicciano, Comiziano, Liveri, Mariglianella, Marigliano, Nola, Palma Campania, Roccarainola, San Paolo Belsito, San Vitaliano, Saviano, Scisciano, Tufino e Visciano per sensibilizzare, ancora una volta, i comuni ad adottare le misure necessarie per cercare di prevenire e curare un'endemica piaga del territorio. «I roghi agricoli ed in particolare quelli dei noccioleti, frequenti nelle nostre aree, causano problemi alle vie respiratorie con fenomeni allergici e asmatici e recano sofferenze a chi ha patologie cardiache e circolatorie che, come abbiamo purtroppo visto, sono oggi anche una porta aperta per il virus del Covid 19 come riporta anche un dossier di Legambiente nazionale» scrive Iovino. La regione Campania, con decreto dirigenziale numero 123 del 24 giugno nel rendere noto lo stato di massima pericolosità degli incendi boschivi, ha disposto che nel periodo che va dal 1 luglio al 30 settembre 2020, la combustione dei residui vegetali è del tutto vietata. «Quest'anno vi chiediamo - continuano gli ambientalisti del circolo nolano di Legambiente La Cicala - di aumentare la sensibilizzazione sui vostri territori comunali e la conseguente sorveglianza e anche le sanzioni, quali deterrente. Il nostro appello si amplia a tutti i tipi di inquinamento atmosferico e ai roghi tossici di materiale vario che sempre più spesso avvelenano l'aria». Il cambiamento di stile di vita e il perseguimento delle buone pratiche da parte dei cittadini è quello che può effettivamente modificare lo stato di inquinamento atmosferico sul territorio ma l'adeguata sorveglianza delle forze dell'ordine e delle istituzioni è importante e mai come in questo periodo è chiaro a tutti che le problematiche ambientali non hanno confini di stati e continenti, figurarsi di comuni. Siamo tutti sotto lo stesso cielo e respiriamo tutti la stessa aria» dice Iovino che vuole proporre ai comuni una serie di assemblee pubbliche per far capire alle persone quanto sia tutto collegato: crisi climatica, sversamenti, roghi, differenziata e che molto «lo possiamo fare noi, la gente comune, anche costringere le autorità ad intervenire». E nelle ultime ora è partita da San Vitaliano una campagna di protesta ambientale con una raccolta firme E tu respiri? e con tanto di foto di persone con la molletta sulle narici. «Non possiamo vivere come topi in gabbia» dicono gli organizzatori della petizione. Tutto è nato a fine giugno quando l'area di San Vitaliano è stata avvolta da «una puzza persistente, acre, che bruciava le narici, pizzicava la gola e gonfiava gli occhi dei residenti, simile a quella della combustione della plastica e dei pneumatici» che ha costretto i residenti a chiudere le finestre. L'amministrazione comunale ha chiesto la convocazione del tavolo di tutti i 18 Comuni dell'area per affrontare il problema. Senza dimenticare che le polveri sottili a San Vitaliano sono da anni a percentuali cinesi e anche in questo 2020 sono già 56 gli sforamenti di pm 10 (35 consentiti per legge ogni anno).

© RIPRODUZIONE RISERVATA