Minacce e intimidazioni nello studio dell'avvocato, coppia condannata

L'accusa era di tentata violenza privata. La storia risale al 2016, finita poi al centro di un'indagine dopo la denuncia sporta dal legale

Il tribunale a Salerno
Il tribunale a Salerno
di Nicola Sorrentino
Martedì 2 Aprile 2024, 13:34
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Non volevano essere più seguiti dal loro avvocato, rifiutandosi anche di pagare le spettanze per quanto dovuto. Il caso riguardava una pratica per il riconoscimento di una pensione di invalidità dall'Inps: una coppia di Salerno è stata condannata di recente a 2 mesi di reclusione. L'accusa era tentata violenza privata. La parte lesa era rappresentata dall'avvocato Francesco Paolo Laudisio. La storia risale al 2016, finita poi al centro di un'indagine dopo la denuncia sporta dal legale, che spiegò che fu necessario l'intervento prima del 118 e della polizia, poi, all'interno del suo studio per i comportamenti dei suoi ex clienti. Stando al racconto prospettato in denuncia, le parti avevano pattuito un compenso del 15%, una volta recuperati i soldi dall'Inps. L'assistito - poi finito imputato - aveva ottenuto 30mila euro. La coppia aveva però chiesto copia dell'intera pratica per sottoporla ad un amico, che - a loro dire - avrebbe velocizzato l'iter e ciò che era ancora da definire.

L'avvocato, tuttavia, rifiutò di consegnare il fascicolo, spiegando che si sarebbe dovuta seguire la prassi prevista per legge e non altre strade.

La circostanza avrebbe così fatto perdere il controllo alla coppia, che prima avrebbe minacciato l'avvocato, per poi tentare di aggredirla, pur se la causa aveva avuto esito positivo proprio grazie al lavoro della persona offesa. La coppia minacciò di «dare fuoco allo studio» nel caso non avesse ottenuto tutto l'incartamento.

Il legale fu strattonato all'interno del suo studio, al punto da essere costretta a chiedere aiuto ad altri clienti in attesa, infine al marito. L'imputata, invece, si sarebbe ad un tratto anche gettata a terra, simulando un malore. Con l'arrivo della polizia i due furono identificati mentre, poco dopo, partì il procedimento penale presso il tribunale. A loro difesa, la coppia depositò una registrazione che smentiva le minacce e le intimidazioni. La procura chiese così l'archiviazione del procedimento ma il gip dispose l'imputazione coatta per entrambi, dopo memoria presentata dal legale che assisteva la collega. Ora è giunta la condanna a 2 mesi di reclusione. Con il deposito della sentenza, per la coppia sarà possibile ricorrere in appello. 

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