Omicidio Natalino, il pg fa ricorso:
«Rapina e stupro, pochi 20 anni»

Omicidio Natalino, il pg fa ricorso: «Rapina e stupro, pochi 20 anni»
di Angela Trocini
Sabato 25 Agosto 2018, 12:00
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Troppo pochi i venti anni di reclusione inflitti, con il rito abbreviato, a Ionut Alexa accusato di omicidio, rapina e violenza sessuale. Il romeno che, secondo le accuse, uccise Natalino Migliaro per rapinarlo, violentando anche la fidanzata del ragazzo battipagliese. Il procuratore generale, Leonida Primicerio, ha così appellato in Cassazione, la sentenza emessa dai giudici della Corte di appelloo chiedendo un nuovo giudizio di merito proprio sull'esclusione delle aggravanti che i giudici di secondo grado hanno concesso all'imputato.

Già alla lettura della sentenza, lo scorso mese di maggio, la mamma del giovane battipagliese deceduto (che, attraverso l'avvocato Gabriella Gallevi, si è costituita parte civile) non trattenne la rabbia: vennero escluse anche le aggravanti riducendo la pena dall'ergastolo (inflittto in primo grado) a venti anni di reclusione. Ed è proprio sull'esclusione delle aggravanti (nesso teleologico e continuazione, l'aggravante cioè per aver commesso un reato per eseguirne un altro) che il pg Primicerio definisce «erronea», che si fonda l'appello in Cassazione. Anche perchè non sufficientemente motivata oltre che contraddittoria. Nulla questio sulla diminuente del rito: già il sostituto procuratore generale Antonella Giannelli, in requisitoria, aveva chiesto per l'imputato 30 anni di reclusione diversamente dalle aggravanti che sono state escluse in quanto, a parere dei giudici di appello, non sarebbe stata raggiunta la prova che l'uccisione del Migliaro sia stata realizzata per consumare la rapina a danno della vittima oltre che la violenza sessuale nei confronti della fidanzata. Invece, per il Pg che è ricorso in Cassazione, non è così e nei motivi di appello spiega come «nella grave vicenda delittuosa risulta in maniera oggettiva ed inequivocabile il rapporto di strumentalità tra la violenta e brutale aggressione al Migliaro e la successiva richiesta su dove fossero i soldi nonchè l'ulteriore sottrazione della borsa della fidanzata e dei telefoni cellulari delle due vittime» . E ancora continua l'appello «la vicenda in esame, per come fattualmente verificatasi, evidenza appieno la natura strumentale dell'aggressione al Migliaro se considerata insieme alle circostanze di tempo e luogo in cui essa si è verificata rispetto alla successiva rapina commessa, finalità principale dell'azione criminosa come dimostrato dalla sottrazione della borsa della ragazza oltre che ai telefonini».
 
A parere del Pg il fondamento della circostanza aggravante comune del nesso teleologico va ravvisato «nella maggiore pericolosità di colui il quale - pur di attuare il suo intento criminoso - non arretra di fronte alla necessaria od eventuale commissione del reato mezzo per cui presupposto indispensabile ed unico della circostanza è la consapevolezza, da parte del colpevole, della pluralità delle risoluzioni criminose e della loro coordinazione finalistica». Ad incastrare il romeno accusato di omicidio c'è anche la compatibilità tra il liquido biologico repertato sulla scena dell'aggressione e sui vestiti della ragazza stuprata e il profilo genetico estrapolato da Ionut Alexa in seguito ad un blitz antiprostituzione che portò al controllo di una serie di stranieri. L'aggressione letale a Natalino Migliaro avvenne la sera del 4 ottobre 2014 in via Idrovora a Battipaglia, luogo in cui il la coppia di fidanzata si era appartata quando venne assalita da due uomini incappucciati: in seguito alla feroce aggressione, il ragazzo morì dopo due mesi trascorsi tra ospedale e centro di riabilitazione.
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