Pagani, morte in corsia: le carte alla Procura. Il giallo del ricovero in terapia intensiva

Francesco Avitabile
Francesco Avitabile
di Nello Ferrigno
Lunedì 20 Agosto 2018, 09:42 - Ultimo agg. 11:43
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Attesa per la tarda mattinata di oggi la decisione del sostituto procuratore Ernesto Caggiano sugli accertamenti autoptici sul corpo di Francesco Avitabile, l'uomo di 47 anni di Pagani, deceduto venerdì scorso all'ospedale di Sarno. C'è una denuncia dei familiari, presentata ai carabinieri, nella quale ipotizzano una cattiva gestione della malattia del congiunto. Insomma, sostiene la famiglia Avitabile, era chiaro che di fronte ad un acutizzarsi dell'infezione provocata da un'iniezione, Francesco avrebbe dovuto essere curato in maniera più attenta. «Invece sostiene la sorella che lo ha accudito sino al momento della morte lo hanno tenuto in pronto soccorso e poi ricoverato in corsia». Il magistrato inquirente questa mattina troverà sulla sua scrivania l'informativa dei carabinieri e la cartella clinica che era stata sequestrata venerdì.
 
Dal riscontro dei dati, Caggiano deciderà se approfondire i controlli autorizzando l'autopsia che potrà chiarire le cause della morte del quarantasettenne. I carabinieri, intanto, ieri hanno convocato i familiari per identificarli ed avere gli indirizzi dove poter notificare successivi atti della procura della Repubblica del tribunale di Nocera. Potrebbe essere un primo segnale del sostituto procuratore di ordinare l'autopsia. Per i medici dell'ospedale Avitabile sarebbe arrivato al pronto soccorso in condizioni già critiche. «Per questo motivo ha detto l'avvocato Luigi Calabrese la famiglia ha dei forti dubbi su come è stato seguito dal punto di vista sanitario il congiunto. Se stava davvero così male perché ricoverarlo in corsia e non in un reparto di terapia intensiva?». La salma dell'uomo si trova nell'obitorio del Martiri di Villa Malta. Nonostante nessuno possa vederla, i tanti amici e colleghi ieri si sono radunati all'esterno dell'ospedale. «Come farò a riprendere a lavorare dopo le ferie ha detto Salvatore Ferraioli senza Francesco? Erano quattro anni che trascorrevamo più tempo al lavoro che alle rispettive case». «Non si può morire cosìA gli ha fatto eco Antonio Granatino. Era celibe Francesco Avitabile. Divideva la sua vita tra il lavoro, era capo squadra in un'azienda di disinfestazioni, e la passione per la natura. Amava fare lungo passeggiate lungo i sentieri, tra i boschi. Da un po' di tempo soffriva di mal di schiena. E per questo motivo che il 9 agosto scorso aveva chiesto al fratello di fargli un'iniezione con del medicinale antidolorifico così come era già capitato. Ma questa volta qualcosa non ha funzionato. La puntura si sarebbe infettata. Inutili gli antinfiammatori che gli avevano prescritto i medici del pronto soccorso dell'ospedale di Nocera.

Tanto da spingere gli stessi sanitari, era il 12 agosto scorso, a ricoverarlo per incidere l'ascesso. Le dimissioni il giorno successivo ma il dolore non era scomparso, irradiandosi dal gluteo destro sino alla coscia ed alla gamba. Francesco sta male. Chiama un'ambulanza per farsi riportare in ospedale. L'Umberto I, però, non ha posti liberi. L'equipaggio del 118 opta per il pronto soccorso di Sarno. Accompagnato dalla sorella, i medici gli fanno una flebo e prelievi ematici. Resterà sotto osservazione sino a sera, poi il trasferimento in reparto. E' solo quando muore. La sorella, alle prime luci dell'alba di venerdì 17 agosto, era andata a casa per una doccia. Quando torna in ospedale le dicono che Francesco era deceduto.
 
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