Salerno: Research, in Appello cade l’interdittiva: «Consorzio pronto a diventare sana»

Secondi i giudici della Corte d'Appello di Salerno il Consorzio di imprese non è più soggetto a «influenze esterne»

Un'aula di trbunale
Un'aula di trbunale
di Petronilla Carillo
Giovedì 4 Aprile 2024, 06:05 - Ultimo agg. 09:15
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Niente amministrazione giudiziaria per il Consorzio Research e, in riforma del decreto impugnato, i giudici della Corte d’Appello di Salerno ripristinano anche la misura di prevenzione patrimoniale e la sospensione dell’interdittiva Antimafia emessa dal prefetto di Salerno ad aprile 2022, trasmettendo tutti gli atti al tribunale per la determinazione della durata e delle modalità della misura di prevenzione.

Si conclude così la lunga battaglia legale intrapresa dai legali del Consorzio, gli avvocati Felice e Lorenzo Lentini, sia sul fronte penale che su quello amministrativo. Subito dopo l’emissione del decreto della Corte d’Appello è intervenuto anche il governatore della Liguria, Giovanni Toti, esprimendo la propria soddisfazione perché, dopo questo provvedimento, potranno riprendere (da oggi) anche i lavori per la realizzazione dello Scolmatore del Bisagno.

La Research, difatti, ha cantieri in diverse regioni italiane. Il Consorzio, ricordiamo, ha sede a Salerno perché - come è emerso nell’indagine che ha travolto il suo diretto responsabile, Francesco Vorro, ed altri personaggi (tra i quali l’allora sostituto procuratore Roberto Penna e la sua compagna, l’avvocatessa Maria Gabriella Gallevi) per corruzione, dopo i guai giudiziari che il Consorzio ha avuto a Napoli, sarebbe stato più semplice lavorare a Salerno (si legge in alcune intercettazioni).

L’iter

A marzo del 2022 il Consorzio si era vista rifiutare la propria iscrizione nella white list; un mese dopo la prefettura di Salerno adottò l’interdittiva per infiltrazioni mafiose ritenute riferibili a Francesco Vorro, fondatore della società nel 2005 con Luigi Bifulco ucciso in un agguato di camorra, sulla base del presupposto che Vorro fosse il gestore di fatto e il trait d’union tra le società consorziate.

A carico di Vorro furono evidenziati una serie di comportamenti non lineari e un cambio di cariche societarie per evitare l’interdittiva. A maggio del 2022 il tribunale di prevenzione rilevò l'occasionalità del contagio mafioso e, considerate anche le misure di self cleanin, dispose il controllo giudiziario dell’azienda.

Fu proprio il controllore giudiziario poi a riscontrare alcune irregolarità per cui la procura chiese la revoca del controllo giudiziario e l’applicazione dell’amministrazione giudiziaria poi ritenuta nulla dalla Corte d’Appello per mancanza di contraddittorio. Inizia da qui una serie di vicissitudini giudiziarie e il braccio di ferro tra procura e difesa del Consorzio, con ovvie ripercussioni sull’operatività dei cantieri aperti dalla Research.

La decisione

Dopo un lungo excursus di tutte le vicende giudiziarie e delle contestazioni mosse dalla procura, i giudici della Corte d’Appello hanno ritenuto di sospendere l’interdittiva antimafia in quanto ai fini dell’ammissione al controllo «le criticità rilevate non minano la valutazione, già operata positivamente dal tribunale circa la possibilità che il Consorzio possa riallinearsi al contesto di economia sana, avendo dimostrato di aver estromesso le società attinte da interdittiva (Lumir, Jairos Restauri, Passarelli E Proco Gest) e di aver adottato efficaci misure volte ad interrompere qualsivoglia rapporto con società riconducibili a Vorro di aver assunto iniziative volte a creare una forte discontinuità e a dissociarsi rispetto alla precedente compagine».

Inoltre, sottolineano i giudici, anche le misure di «self cleaning, tradottesi nel rinnovamento dell'assetto gestionale e dell’estromissione di società e amministratori controindicati, non solo prova la natura transitoria e non strutturale dell’agevolazione ma costituisce ò+l’indefettibile presupposto affinché la società, apprezzata sul mercato per la quantità e qualità dei servizi possa dimostrare sotto il controllo dell'amministratore giudiziario e del giudice di prevenzione di avere la capacità di operare in futuro immune da pressioni, influenze e contatti esterni».

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