Salerno zona rossa, la sfida dei ristoratori:
«Dopo Pasqua riapriamo pranzo e cena»

Salerno zona rossa, la sfida dei ristoratori: «Dopo Pasqua riapriamo pranzo e cena»
di Barbara Cangiano
Giovedì 25 Marzo 2021, 09:55 - Ultimo agg. 20:04
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«Da martedì 6 aprile i piccoli imprenditori del comparto dell'ospitalità a tavola, associati a Mio Italia, apriranno a pranzo e a cena. Non è una provocazione, né un atto dimostrativo, ma una questione di sopravvivenza». Parola di Paolo Bianchini, presidente dell'associazione che riunisce, su scala nazionale, migliaia di titolari di bar, ristoranti, pizzerie, pasticcerie, gelaterie. A Salerno sono oltre una trentina gli operatori che aderiranno all'iniziativa, stremati dai sacrifici imposti ormai da un anno per frenare i contagi da Covid-19 e ancora più sfiduciati dopo l'ultimo decreto sostegni.

«Quella di Bianchini non è una proposta, ma una necessità - taglia corto Cosmo Di Mauro dell'Antica Bagnara e vice presidente regionale di Mio - Ormai siamo sull'orlo della chiusura. Stanno arrivando sfratti e bollette, non abbiamo più le forze per affrontare ulteriori giorni di chiusura. Anche perché, mentre stiamo sprofondando, intorno sembra non essere cambiato molto. Le persone in strada ci sono, gli assembramenti nei supermercati, pure. Non siamo criminali e abbiamo sempre scelto la strada della legalità. Anche per questo scegliemmo di non aderire alla protesta di qualche mese battezzata Io apro. Ma ora la misura è colma». La pensa esattamente così anche Carla D'Acunto del ristorante Mediterraneo: «Questo Stato ci vuole delinquenti. Ci sta mettendo il cappio al collo senza pensare a una soluzione concreta. Ormai sembra che voler lavorare sia diventato un sopruso e non un diritto. La situazione è ormai incandescente e non so come faccia la nostra classe politica a non capire che di qui a breve rischiamo una guerra civile, perché il numero di chi ha perso tutto continua a crescere forse più dei contagi». Nessuna deriva negazionista, precisa Paolo Riccelli di Cargo: «Ognuno di noi è consapevole del rischio legato al virus e alle sue varianti. Ma riteniamo possibile aprire in sicurezza le nostre attività a pranzo e a cena, rispettando tutte le misure che ci hanno imposto, così come del resto abbiamo potuto fare la scorsa estate. Quella di Mio Italia è l'unica soluzione possibile per scongiurare chiusure definitive. Il settore è ormai al collasso: l'ultimo decreto sostegni è una barzelletta, né hanno previsto la sospensione di fitti o imposte. Praticamente non ci stanno dando altra alternativa». Il timore che i divieti possano essere prolungati anche dopo Pasqua c'è. E già l'aver dovuto digerire l'idea di perdere un week end che avrebbe potuto dare una boccata d'ossigeno non è stata una cosa semplice. «Speravo di poter fare qualcosa almeno tra il 4 e il 6 aprile - ammette Nando Melileo di Emozionando - Ma saremo fermi, come lo siamo ormai da settimane. Lavoriamo molto con gli eventi: stiamo prendendo qualche prenotazione, ma i dubbi sono tanti, perché allo stato nessuno ci ha chiarito quando e se il settore potrà ripartire. In questi giorni - continua - abbiamo provato a restare a galla con l'asporto. A parte il buon cuore di qualche cliente amico, non si vede un euro. Ci stanno portando all'esasperazione. Non siamo persone che vogliono trasgredire le regole, abbiamo sempre rispettato tutto quello che ci hanno detto di fare, però non riusciamo più a vedere nessuna luce in fondo al tunnel».

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Intanto questa mattina, a partire dalle 11, ristoratori, barbieri, parrucchieri, estetiste, titolari di palestre, mamme no dad, comitati parchi aperti, dipendenti di sale gioco, partite Iva, commercianti del settore abbigliamento e calzature, musicisti, fotografi e mercatali si ritroveranno all'ingresso del Comune per dare vita a un corteo di protesta che sfilerà sul corso Vittorio Emanuele.

Questa volta è l'Aisp, associazione imprese Salerno e provincia, a stilare una lista di richieste da sottoporre all'attenzione del presidente Vincenzo De Luca: rimborso delle perdite dettate dalla chiusura decisa dalla Regione pochi giorni prima di Natale; prestiti con garanzia della Regione sul modello del Lazio; un adeguato piano socio-economico per le partite Iva, riduzione dei tributi regionali; riapertura di parchi, lungomare e piazze. 

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