Spiagge libere comunali: revocate
le concessioni per gravi inadempienze

Spiagge libere comunali: revocate le concessioni per gravi inadempienze
di Carmen Incisivo
Venerdì 26 Agosto 2022, 07:16 - Ultimo agg. 17:18
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È passato un mese e mezzo dai controlli effettuati da vigili e fiamme gialle sugli arenili pubblici, che si conclusero con verbali e sigilli alle pedane installate sulla sabbia. L'estate s'avvia al termine ma il Comune ha comunque voluto mettere un punto a una vicenda di cui in città si era parlato moltissimo. Così, dopo il sequestro delle pedane, le rimostranze dei concessionari che annunciavano richieste di risarcimento danni e un'audizione in commissione trasparenza sul caso, a palazzo di città è stato firmato, dalla dirigente Annalisa Del Pozzo - ascoltata proprio in seconda commissione - un provvedimento di revoca delle concessioni di aree pubbliche a coloro che erano risultati vincitori del bando pubblico emanato dal Comune di Salerno per lo svolgimento di servizi aggiuntivi ed opzionali sulle aree marittime non oggetto di concessione. L'atto è freschissimo, pubblicato solo ieri sull'albo pretorio del Comune e poi comunicato, attraverso messi notificatori, ai diretti interessati.

I concessionari devono letteralmente sparire dai luoghi - arenile compreso tra lo stabilimento balneare Conchiglia fino all'ex Ostello della Gioventù; quello tra l'area utilizzata a parcheggio dopo il Polo Nautico e lo stabilimento balneare Colombo; quello tra gli stabilimenti balneari Nuovo Mercatello e Lido; quello tra gli stabilimenti Lido e Miramare e infine quello tra l'Arenella e il Cantiere Motonautica - in quanto sono stati diffidati - si legge nel provvedimento - a «lasciare libere le aree, previo eventuale dissequestro da richiedersi alla competente Autorità giudiziaria, entro 24 ore dalla notifica della determinazione, con espresso avviso che in mancanza si procederà a sgombero coattivo in via di autotutela amministrativa addebitando le relative spese all'opera, fatto salvo il risarcimento di tutti i danni eventualmente cagionati».

La decisione è stata presa a partire dall'input della polizia municipale nucleo di polizia annonaria che al Comune trasmisero una richiesta di revoca delle assegnazioni degli arenili demaniali liberi non in concessione «per accertate violazioni in materia demaniale e annonaria».

La dirigente aggiunge poi clausole del contratto, stipulato alla fine dello scorso mese di giugno, tra cui, nello sciorinare i motivi dello scioglimento del contratto, anche «qualsiasi violazione accertata della vigente normativa in materia demaniale, urbanistica, annonaria e sanitaria». Insomma, per gli assegnatari non c'è stato scampo: dai sigilli al provvedimento di revoca è passato un mese e mezzo. Il Comune ha poi precisato l'immediata eseguibilità della determinazione avvertendo che è possibile rivolgersi al Tar entro 60 giorni o proporre ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni. L'avventura delle spiagge pubbliche cittadine affidate a privati è durata solo un mese ma rischia di protrarsi, nelle aule giudiziarie, per molto tempo.

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L'armonia tra Comune e assegnatari si è irrimediabilmente incrinata il 15 luglio scorso quando le pedante in legno su cui poggiavano i chioschi furono sequestrate. Sebbene il disciplinare sostenesse quanto effettivamente verbalizzato dai vigili, la questione sembrava essere stata superata attraverso il dialogo con l'ente a cui fu richiesto, come riportato negli atti di un'audizione in commissione trasparenza, di «poter coprire l'intera superficie di 40 metri quadrati con una pedana al fine di consentire il posizionamento del chioschetto, dei bagni ed il ricovero delle strutture balneari da fittare, cosa che è stata fatta alla stipula del contratto con allegata la planimetria indicante la superficie dei 40mq». Versione che, nella medesima circostanza, alla presenza del presidente Antonio Cammarota, trovò conferma nelle parole della dirigente comunale Del Pozzo che disse «l'area assentita era effettivamente di 40 mq relativi alla casetta per il chiosco, a bagni, attrezzature e quant'altro, ma che erano a carico del contraente gli adempimenti per ottenere i titoli abilitativi, ove possibili, al netto della base del chiosco».
 

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