Disturbi alimentari, il male oscuro del cibo: un calvario silenzioso per bimbi e adolescenti

Disturbi alimentari, il male oscuro del cibo: un calvario silenzioso per bimbi e adolescenti
di Mariagiovanna Capone
Martedì 21 Dicembre 2021, 11:20 - Ultimo agg. 24 Dicembre, 12:50
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Nell'ultimo consiglio dei ministri, il governo ha deciso di studiare uno stanziamento da inserire nella legge di bilancio 2022, per contrastare i disturbi alimentari che provocano 10 morti al giorno, quasi 4mila morti l'anno. Anoressia, bulimia e disturbi da alimentazione incontrollata coinvolgono 3 milioni e mezzo di italiani, di cui il 70% in età adolescenziale e preadolescenziale. Disturbi che durante la pandemia sono vistosamente aumentati: più 30% di nuovi casi, crescita pari al 50% di richieste di prima visita per i disturbi del comportamento alimentare (Dca) ed età media dei giovani pazienti scesa a 12 anni.

I disturbi del comportamento alimentare (Dca) o disturbi dell'alimentazione sono patologie caratterizzate da una alterazione delle abitudini alimentari e da un'eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del corpo. Insorgono prevalentemente durante l'adolescenza e colpiscono soprattutto il sesso femminile. I comportamenti tipici di un disturbo dell'alimentazione sono: la diminuzione dell'introito di cibo, il digiuno, le crisi bulimiche (ingerire una notevole quantità di cibo in un breve lasso di tempo), il vomito per controllare il peso, l'uso di anoressizzanti, lassativi o diuretici allo scopo di controllare il peso, un'intensa attività fisica. Alcune persone possono ricorrere a uno o più di questi comportamenti, ma ciò non vuol dire necessariamente che esse soffrano di un disturbo dell'alimentazione. Ci sono infatti dei criteri diagnostici ben precisi che chiariscono cosa debba intendersi come patologico e cosa invece non lo è. I principali Dca sono l'anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata (o binge eating disorder, Bed). In aggiunta ci sono i disturbi della nutrizione (feeding disorders) e i disturbi alimentari sottosoglia, categoria utilizzata per descrivere quei pazienti che pur avendo un disturbo alimentare clinicamente significativo, non soddisfano i criteri per una diagnosi piena.

In Italia sono circa 3 milioni e mezzo le persone che soffrono di disturbi dell'alimentazione di cui circa 2.3 milioni adolescenti. L'incidenza dell'anoressia nervosa è stimata per il sesso femminile in almeno 8 nuovi casi per 100mila persone in un anno, e fra lo 0.02 e 1.4 nuovi casi nel sesso maschile. L'incidenza della bulimia nervosa è stimata in almeno 12 nuovi casi per 100mila persone, in un anno per il genere femminile e di circa 0.8 nuovi casi per 100mila persone, in un anno per il genere maschile. La fascia di età per l'esordio di anoressia e bulimia nervosa è 15-19 anni, con una tendenza negli ultimi anni a un esordio sempre più precoce.



Con la pandemia i Dca sono aumentati in maniera esponenziale anche per la Società Italiana per lo Studio dei disturbi del Comportamento Alimentare, che conferma un incremento del 30% di nuovi casi e una crescita pari al 50% di richieste di prima visita per i disturbi del comportamento alimentare (Dca) e l'età media dei giovani pazienti è scesa a 12 anni. Dato confermato da Giuseppe Banderali, vicepresidente della Società Italiana di Pediatria (Sip). «Il pediatra deve conoscere e imparare a diagnosticare queste problematiche che si affacciano in maniera sempre più vistosa nell'età pediatrica. Patologie, come ad esempio l'anoressia nervosa, hanno un esordio sempre più precoce, coinvolgendo anche bambine dagli 8-9 anni di età. Ma è una patologia che si è affacciata anche nel sesso maschile».

Tra i più piccoli non c'è solo il rischio anoressia, ma tra le principali patologie legate all'alimentazione c'è anche l'Arfid. «È un disturbo di evitamento e restrizione alimentare e può interessare i bambini anche nelle età più precoci, fin dai primi mesi di vita, e riguarda a esempio un'alimentazione selettiva all'estremo che comporti un danno fisico e psicologico importante».

Non il classico «mio figlio non mangia» che ripetono spesso i genitori ma è «un disturbo in cui un bambino scappa quando vede il cibo, o mangia solo il liquido perché il solido non riesce a deglutirlo, o mangia solo bianco e non riesce a mangiare né verde né rosso. Tutti questi comportamenti danno delle problematiche o di tipo psicologico come l'allontanamento dai coetanei, difficoltà sociali, difficoltà scolastiche, o proprio di tipo organico-fisico come un calo ponderale vistoso, motivi per cui la famiglia deve immediatamente riferire al medico».

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