Contestata la definizione
Dopo mesi di negoziati, 14 Stati membri hanno «rifiutato» la proposta della direttiva: tra questi Bulgaria, Ungheria e Repubblica Ceca, ma anche Francia, Germania e Paesi Bassi. L'opposizione nel merito, ma motivata da ragioni tecniche: la base giuridica della direttiva non permetterebbe includere la definizione di stupro poiché esso non è qualificabile come "crimine europeo", come sostenuto dal servizio giuridico del Consiglio dell'Ue.
In particolare Francia e Germania sono state criticate per la loro posizione, dato che il sostegno di entrambi i Paesi sarebbe stato sufficiente a far passare la definizione di stupro. La posizione si basarebbe su motivi puramente legali, dato che il diritto penale è di competenza degli Stati membri e quindi lo stupro deve essere perseguito a livello nazionale. La Francia ha alcune delle pene più severe dell'Ue per la violenza sessuale, oltre a criteri «flessibili» per considerare la violenza sessuale uno stupro.
Il «no» del presidente francese Emmanuel Macron ha comunque scatenato polemiche in Francia, anche perché il Capo dello Stato è stato criticato dopo aver difeso il diritto alla presunzione di innocenza dell'attore Gérard Depardieu accusato di violenza sessuale.
Altri Stati, come Italia, Belgio, Grecia e Lussemburgo puntavano invece all'inclusione di questa fatttispecie delittiva.
Incir ha comunque lanciato un appello a Macron affinché "faccia almeno un passo avanti per una definizione a livello nazionale di stupro basata sul consenso" e chiesto alla presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni di modificare le leggi sullo stupro basandole sul principio per cui "solo sì significa sì", dato che il suo governo era favorevole a farlo a livello europeo.