Vento da uragano ma temperature su fino a 20 gradi di notte, perché succede? Il fenomeno del wind chill. Cosa sappiamo

di Paolo Ricci Bitti
Sabato 2 Dicembre 2023, 14:50 - Ultimo aggiornamento: 3 Dicembre, 17:00 | 1 Minuto di Lettura

La scala Beaufort

Secondo la Scala di Beaufort (metedo empirico di misurazione del vento, dal nome dell'ammiraglio inglese che l'ha ideata nel primo Ottocento), molto usatanei paesi anglosassoni: queste raffiche sono ampiamente contenute bella categoria Uragani (livello 11, il maggiore) che comprende raffiche da 117 chilometri orari in su. La raffica di questa notte, 223 chilometro orari, sale comunque sul terzo gradino del podio anche se il record del 20 novembre 2020 sembra difficilmente battibile: 270,4 kmh, dato rilevato dalla centralina installata su un traliccio che tocca quota 1.749 metri sul livello del mare. Un primato che superò di gran lunga il precedente record du 238,2 kmh del gennaio 2016. Nel 2020 viene ricordato, in occasione della raffica più forte di sempre, anche il dato sul wind chill pari a meno 22,8 gradi (non si tratta della temperatura indicata dal termometro), dato che rientra nella terz'ultima classe di questo fenomeno, classe che comprende già rapide possibilità di congelamento degli arti e del viso. Curiosa la nascita di questo indicatore che risale al 1941 quando i ricercatori Paul Siple e Charles Passel si trovavano in Antartide dove cronometrarono il tempo che un panno umido impiegava per congelare scoprendo che dipendeva dalla velocità del vento.

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