Concorso docenti: i bandi, le tre prove, i requisiti e i titoli di studio, come fare domanda

Iscrizioni aperte fino al 9 gennaio. Prima fase del piano per coprire 70 mila cattedre

Concorso docenti: i bandi, le tre prove, i requisiti e i titoli di studio, come fare domanda
Concorso docenti: i bandi, le tre prove, i requisiti e i titoli di studio, come fare domanda
di Lorena Loiacono
Martedì 12 Dicembre 2023, 00:03 - Ultimo agg. 09:43
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Dovranno dimostrare di saper usare il computer, di avere dimestichezza con il digitale, con l’inglese e con gli studenti direttamente in classe: in che modo? Simulando una lezione vera e propria, davanti alla commissione d’esame. Così si svolgeranno le prove del concorso per i futuri 44mila docenti della scuola italiana. Da ieri, sul sito del ministero dell’Istruzione e del merito, sono disponibili i bandi per i nuovi concorsi con le modalità previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, per l’assunzione in ruolo di oltre 30mila docenti nelle scuole di ogni ordine e grado.

I bandi

I bandi, a cui ci si potrà candidare fino alle 23,59 del 9 gennaio prossimo, prevedono infatti la copertura di 9.641 posti nella scuola elementare e dell’infanzia e di 20.575 posti in quella secondaria, sia media sia superiore. A breve arriverà anche il decreto per allargare il numero di posti da 30mila a oltre 44mila: il ministero di viale Trastevere ha chiesto infatti l’autorizzazione al Mef per mettere a bando 14.438 posti, si tratta di unità già destinate in passato alle assunzioni ma mai effettivamente coperte a causa della mancanza di candidati abilitati nelle liste da cui si convoca per le immissioni in ruolo.

Tra le materie maggiormente “scoperte” ci sono il sostegno, la matematica e l’informatica ma anche le lingue straniere. 

Da qui ai prossimi due anni, il piano di immissioni in ruolo dovrebbe arrivare a coprire complessivamente 70mila cattedre. «Questi nuovi bandi e le future assunzioni – ha dichiarato Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del merito – confermano il nostro convinto proposito, nel quadro degli impegni assunti in sede europea con il Pnrr, di valorizzare il ruolo dei docenti, garantendone nuove competenze e la presenza anche nelle aree più disagiate del Paese».

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Il precariato è uno dei nodi più difficili da sciogliere nella scuola italiana, dove in questo momento circa un docente su 4 è precario. Vuol dire che la didattica si regge per buona parte sui supplenti e ogni anno il ministero non riesce ad assumere tutti i docenti che potrebbe mettere in ruolo, con tanto di autorizzazione da parte del Mef, solo perché i candidati abilitati all’assunzione non ci sono. In questo modo le cattedre restano scoperte e vengono date ai supplenti in una rincorsa di chiamate e nomine che dura anche mesi.

I requisiti

I precari potranno accedere al concorso per le medie e superiori dimostrando di aver insegnato nelle scuole statali almeno 3 anni negli ultimi 5 e almeno un anno nella materia per cui si presentano. Oppure, per candidarsi, oltre al titolo di studio sempre necessario, devono aver già conseguito i 24 CFU, i crediti formativi universitari. Per quanto riguarda i titoli di studio, per le scuole secondarie serve la laurea relativa alla classe di concorso per cui ci si candida mentre per la scuola dell’infanzia e primaria è necessario avere l’abilitazione tramite i corsi di laurea in scienze della formazione primaria oppure il diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001-2002. Per accedere invece ai posti di sostegno, sia per infanzia sia per primaria, è necessario possedere, oltre ai requisiti per il posto comune, anche il diploma di specializzazione per il grado richiesto.

Le prove

I candidati verranno valutati in base a tre prove differenti: una scritta, una orale e una pratica. Quella scritta verrà svolta in modalità “computer based”, quindi al computer, e i candidati avranno a disposizione 100 minuti per rispondere a 50 quesiti a risposta multipla: dieci di ambito pedagogico, quindici di ambito psicopedagogico e quindici di ambito metodologico didattico. Ci sono poi cinque quesiti sulla conoscenza della lingua inglese al livello B2 e cinque quesiti sulle competenze digitali in merito all’uso didattico delle tecnologie e dei dispositivi multimediali per potenziare la qualità dell’apprendimento. 

LE DUE PROVE FINALI

Una volta superata la prova scritta si accede a quella orale che mirerà invece ad accertare la conoscenza nella materia su cui ci si presenta ma anche le competenze didattiche generali, la capacità di progettazione, l’uso delle tecnologie e dei dispositivi elettronici multimediali. Poi si passa alla simulazione di una lezione in classe: il candidato dovrà sottoporsi a questo test davanti alla commissione. Una prova che diventa cruciale: insegnare e trasmettere conoscenze ai ragazzi non è un mestiere che si impara solo sui libri universitari.

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