Napoli, il fioraio un giorno all'improvviso: «La sfida con la Juve all'origine del mito»

Napoli, il fioraio un giorno all'improvviso: «La sfida con la Juve all'origine del mito»
di Maria Pirro
Venerdì 22 Febbraio 2019, 12:00
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La sua fortuna è nata con la passione per il Napoli alla vigilia di San Valentino di tre anni fa, gli azzurri che inseguono la Juve, a un punto dal primo posto in classifica, la sfida a Torino, il ricordo di Maradona e lo scudetto di garofali realizzato e portato in strada dal padre, tra la gente, la magia e la creatività. «Un giorno all'improvviso mi innamorai di te», colpisce dritto al cuore.

Il vicolo romantico e testardo che riporta l'inno da stadio il 13 febbraio del 2016, prima del calcio di inizio, è già nella storia: diviene il più fotografato della città, originale e imitato lì vicino ma anche a Barcellona, Trento e New York. Meta gettonata quanto il Cristo Velato, peraltro a costo zero, tappa obbligata in via Toledo, con San Martino sullo sfondo, motivo di pellegrinaggio, set ricercato per i videoclip dei cantanti, dai Foja ai neomelodici, e luogo da film, dove si sogna la favola, con gli attori di Hollywood tra promesse di matrimonio, pose per la comunione e scatti fugaci, baci rubati, attese, sospiri, si fermano tutti: cittadini, tifosi e turisti, una volta arrivati. E non vedono chi l'ha immaginata (e abbellita), questa stradina a due passi da via Toledo.

Antonio Volo, il decoratore-fioraio, ha 59 anni, l'estro dell'artista e la praticità del ragazzo di bottega che è stato. Sorride e rifugge a ogni richiesta di denaro per l'opera, con gli occhi che si illuminano. E i suoi occhi parlano con la dolcezza del passato, perché è cresciuto qui, in vico Santa Maria delle Grazie, nel cuore dei Quartieri Spagnoli, tra odori esotici e personaggi straordinari, oggi scomparsi.

Fanno parte delle memorie d'infanzia: i taralli di Fortunato, la pizza fritta di donna Filomena, i cori di Piedigrotta, il brodo di polipo, le galline e persino le rane vendute come in Vietnam da ambulanti rumorosi che, a piedi, raggiungevano il centro dalla provincia. «Solo per citarne alcuni», ride con il fratello Gaetano, che ha un altro negozio lì vicino, eredità di nonno Salvatore, ma attività prima ancora esercitata dal bisnonno Giovanni, in zona dal 1860, ossia dai tempi dell'unità d'Italia. Un record è condiviso con l'ombrellaio Talarico in vico due Porte a Toledo. «Ma l'impegno non è più lo stesso, quando si preparavano anche 130 corone in una notte», aggiunge Volo senza nascondere il rimpianto, non solo per gli incassi d'oro. «A veglie e funerali non va quasi più nessuno, si muore soli», sospira. Tutt'altra immagine dalla folla che, intanto, lo circonda senza vederlo e quasi lo travolge all'angolo con via Toledo, nel suo mondo ribattezzato dagli altri senza troppa fantasia, nell'ordine: vico degli innamorati, vico dell'amore. E anche vico alleria. Quest'ultima scelta di toponomastica si deve ai versi di Pino Daniele ritagliati con il cartone e posizionati tra le luci. «Astrigneme cchiù fforte e dimme ca nun ce perdimmo maje...». Accanto, Paolo Conte con il suo «Vieni via con me»: «Ti porto via con me», risponde Jovanotti. Ma le scritte oggi vanno ricercate su Istagram, perché l'autore le ha rimosse a settembre scorso, una prima volta: vittima del suo successo. «È arrivata così tanta gente da rendere difficile persino l'accesso al negozio», spiega Antonio. «Ho fatto tutto a mie spese, ma vivo del mio lavoro». Sua moglie Rosaria Minieri, 53 anni ben portati, dice di aver provato a cercare una alternativa ai guadagni mancati, preparando ad esempio le palline di Natale con le foto del luogo tanto amato e le calamite a forma di cuore con le frasi poetiche, naturalmente da vendere. «Niente da fare», scuote la testa Antonio. «Tutti vogliono solo fare i selfie con il cellulare», ed ecco una coppia di fidanzatini che si bacia tra i vasi e le insegne. «Il simbolo della passione resta la rosa rossa - aggiunge Volo- : è il mio fiore che ho regalato alla mia meta per conquistarla». Si sono conosciuti proprio qui, Antonio e Rosaria, e qui restano insieme con i figli, ormai grandi, che onorano la tradizione di famiglia, portando avanti l'impresa. «Salvatore, il maggiore, ha anche accompagnato in giro lo stilista Stefano Gabbana nei Quartieri Spagnoli», dice la mamma orgogliosa.

A lato, di fronte alla scrivania in legno utilizzata per comporre i bouquet, è poggiato un Vesuvio, «l'installazione di un paio anni fa», ricorda soddisfatto Volo, cercando (ma non troppo) di contenere quel vulcano di idee. Per questo, sviluppi sono attesi. Al momento, nel vico è visibile una semplice composizione: cuori rossi con i bordi che si illuminano, e il primo messaggio di Cupido: «Un giorno all'improvviso mi innamorai di te».
 
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