Fischi a Cannes, con "The last face" Sean Penn perde la faccia

Fischi a Cannes, con "The last face" Sean Penn perde la faccia
di Fabio Ferzetti
Venerdì 20 Maggio 2016, 16:59 - Ultimo agg. 23 Maggio, 15:13
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dal nostro inviato

Le buone intenzioni colpiscono ancora: con The Last Face probabilmente Sean Penn voleva raccontare il caos, la barbarie, l'orrore assoluto delle guerre africane, ma finisce per testimoniare soprattutto l'impotenza di un certo cinema davanti a emergenze di questo tipo. L'impotenza e l'atteggiamento involontariamente predatorio di chi non ha nessuna idea di come porsi di fronte alla violenza più estrema, dunque finisce per usarla come benzina per lo spettacolo.

Lo spunto è semplice quanto logoro. Mentre la Liberia si disintegra sotto l'urto di una spaventosa guerra civile (quella del 2003), un dottore spagnolo (Javier Bardem) e una dottoressa sudafricana (Charlize Theron), lui medico in missione umanitaria, lei direttrice di un'agenzia Onu, si incontrano, si studiano, si scontrano, si amano, si lasciano, si ritrovano.

E intanto sfilano violenze inenarrabili: con grandi discussioni fra i due medici-amanti sul senso del loro lavoro e le strategie da seguire, ma mai un secondo di riflessione sullo sguardo che il cinema dovrebbe dedicare a quelle tragedie. La stampa lo ha accolto con fischi e risate fin dal risibile cartello che apre i titoli di testa. Più che un film umanitario, un disastro umanitario. Superato in cinismo solo dal festival, che lo ha scelto e buttato in concorso preoccupandosi solo delle star e del tappeto rosso.

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