Mostra del cinema di Venezia 2020, Frances McDormand «in viaggio contro la crisi tra i nuovi nomadi d'America»

Mostra del cinema di Venezia 2020, Frances McDormand «in viaggio contro la crisi tra i nuovi nomadi d'America»
di Titta Fiore
Sabato 12 Settembre 2020, 10:00
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VENEZIA - Nell'ultimo giorno del concorso passa alla Mostra un film che ha tutte le carte in regola per piacere alla giuria guidata da un'attrice impegnata e battagliera come Cate Blanchett: «Nomadland», diretto dalla regista di origine cinese Chloé Zhao e dominato dalla due volte premio Oscar Frances McDormand (per «Fargo» e «Tre manifesti a Ebbing: Missouri»), tocca i temi sensibili della narrazione contemporanea, dalla crisi economica all'ambientalismo, dalla parità di genere alle contraddizioni dell'America profonda, mescola con abilità attori presi dalla strada e professionisti e offre alla protagonista l'occasione per un'altra performance sopraffina che la lancia verso un premio, qui al Lido, e verso la prossima corsa all'Oscar. Né l'autrice né l'attrice ieri erano a Venezia, bloccate dalle misure precauzionali anti-Covid. Ma collegandosi dal salotto di casa negli Stati Uniti, hanno parlato a lungo del film che racconta i nuovi nomadi di un paese in crisi economica, sociale e identitaria, gente che abbandona città, case e relazioni per mettersi sulla strada, alla ricerca di una vita sottratta alle regole del capitalismo. McDormand, molto applaudita, è una di queste persone in cammino: alla guida di un van fatiscente si lascia alle spalle città e casa alla morte del marito e vive di solitudini negli immensi spazi del West, mantenendosi con piccoli lavori stagionali. Dice: «Ho viaggiato in sette Stati per cinque mesi e ho conosciuto una grande comunità di nomadi, cercando di entrare in punta di piedi e di rispettare le loro vite. Sono stata una presenza discreta e ho ricevuto il cambio un grande regalo, l'umiltà».

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Tratto da un libro inchiesta di Jessica Bruder, il film ha dato voce ai senza voce, ma «non vuole essere un pamphlet politico», spiega la regista che ha contribuito con altre sette colleghe in concorso a innalzare le quote rose del festival. «Preferiamo raccontare storie, parlare di relazioni umane che uniscono piuttosto che insistere sulle divisioni». «Nomadland» è un ritratto fedele dell'America di oggi? McDormand: «Abbastanza, le persone che vivono sulla strada sono un fenomeno gigantesco, il loro numero cresce giorno dopo giorno, frutto delle disparità tra le classi sociali e delle conseguenze del lockdown. Ma non sono solo i nuovi poveri a mettersi on the road, vive in cammino chi rifiuta la dittatura dei consumi e cerca una nuova filosofia dello stare al mondo. Queste comunità sono ecologiste e si accontentano di poco. Il loro nomadismo è ideologico e ha molto a che fare con il sogno americano dei grandi spazi e della ricerca di una nuova frontiera».
 

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Stasera si chiude con un film italiano fuori concorso, «Lasciami andare» di Stefano Mordini e sul red carpet sono attesi i protagonisti Valeria Golino, Serena Rossi e Stefano Accorsi. Ieri sul tappeto rosso, per sostenere l'esordio nella regia di Pietro Castellitto, anche attore del film, c'era tutta la famiglia, non solo mamma Margaret Mazzantini e papà Sergio, in queste settimane sul set a Napoli di «Natale in casa Cupiello», ma anche fratelli, sorelle e la nonna Anne Donnelly. Presentato in concorso a Orizzonti, «I predatori» è stato accolto con sei minuti di applausi e risate e sarà in sala dal 22 ottobre con 01. Racconta, con ironia, humour e originalità, una specie di folle lotta di classe tra borghesia e neofascisti nella giungla romana di oggi. Che cosa significa essere figlio d'arte, Pietro? «Gli altri ne vedono solo i vantaggi, ma spesso devi confrontarti soprattutto con il pregiudizio». Tra breve sarà Francesco Totti nella nuova serie di Sky, una bella responsabilità: «Non posso dire nulla, ma solo che sono un romanista doc e il giudizio che temo di più è proprio il suo».

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Alla soddisfazione per i premi si unirà quella di aver portato in porto un'edizione difficile dal punto di vista organizzativo e all'altezza degli standard per qualità dei film in cartellone. La drammaturga Mariangela Gualtieri leggerà un frammento di Nove Marzo Duemilaventi, la poesia che ha emozionato l'Italia chiusa nel lockdown. Il vincitore di Sanremo, Diodato, canterà «Adesso», un brano che parla del coraggio di mettersi in discussione. È stata una Mostra speciale: si capisce anche da queste scelte sul tempo che ci troviamo a vivere. 

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