«So di valere più di quello che i critici dicono», il regista Gabriele Muccino, diventato famoso anche in America, non si sente apprezzato dai critici cinematografici, anzi si sente sotto attacco: «Mi rompono continuamente i coglion* e non so il perché».
Quest’anno ha vinto il Donatello: «Aver ottenuto candidature minori con A casa tutti bene – ha raccontato in un’intervista a “Il Fatto quotidiano” - fa un po' sorridere, quando sono uno dei pochi registi italiani conosciuto nel mondo, e credo di essere bravo. Vengo oscurato, non esisto, e non solo io, penso a chi lavora con me: le scene di Ischia, con il mare in tempesta, sono state realizzate in studio, con effetti speciali pazzeschi; oltre al talento strabordante dimostrato dagli attori: neanche in questo caso li hanno presi in considerazione».
Parla anche del suo grande successo “L’ultimo bacio” («Il futuro era illimitato, il mondo era pacificato, le crisi finanziarie lontane; è stata l’ultima fase nella quale proiettavamo dentro noi stessi la sfera del Novecento»), girato prima dell’11 settembre e quindi con una prospettiva molto diversa: «Il mio successivo, Ricordati di me, girato dopo quella tragedia, ha uno sguardo diverso rispetto al futuro, una prospettiva temporale molto ridotta. Il mondo si è inscurito, ed è iniziato quel rewind di cui oggi vediamo in maniera plastica gli effetti. Sì, L' ultimo bacio ha segnato la fine di un’epoca».