Diego Maradona, morto oggi a 60 anni, è entrato a far parte in tutti in sensi della storia e dela cultura napoletana. Non solo i due scudetti vinti sul campo, ma una presenza che è andata oltre. Luciano De Crescenzo lo celebrò nel celebre "Così parlò Bellavista", film cult del 1984, usando come termine di paragoine addirittura San Gennaro, icona della città. De Crescenzo fa celebrare al "poeta" Gerardo Scala versi che sono rimasti celebri: «San Gennà, non ti crucciare, tu lo sai ti voglio bene. Ma 'na finta e Maradona squaglia o' sanghe dint 'e vene».
È morto Maradona, lutto cittadino a Napoli
Napoli sconvolta
Una città sconvolta, per circa mezz'ora incredula, poi silente nel dolore improvviso.
L'incredulità è negli occhi dei cinquantenni che hanno vissuto la loro adolescenza con Diego e in quelli dei loro figli che lo hanno vissuto e amato dai racconti dei padri. Un colpo fortissimo, con il sindaco Luigi de Magistris che annuncia subito il lutto cittadino per l'uomo a cui nel 2017 aveva dato la cittadinanza onoraria e propone: «Intitoliamo lo Stadio San Paolo a Diego Armando Maradona». Un'idea su cui si dice subito d'accordo il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis che domani vorrebbe «trasmettere sui maxischermi le sue immagini durante tutta la nostra partita». La morte di Diego è un colpo durissimo anche per tutti i suoi ex compagni di squadra, per il gruppo di quegli anni unici nella storia del Napoli: «Non riesco a parlarne», dice con voce tremante Ottavio Bianchi, l'uomo che costruì attorno al suo talento la squadra del primo titolo.