Carlotta Ferlito, campionessa di ginnastica artistica, ha denunciato dopo le Olimpiadi di Rio del 2016 di aver subito abusi di potere, psicologici e fisici in Nazionale. Come risultato, sostiene l'atleta, avrebbe ottenuto non solo una procedura federale e una querela per diffamazione, ma di fatto la fine della sua carriera. Lo scandalo violenze nella ginnastica è recentemente tornato sotto i riflettori, e la Ferlito ne ha parlato in un lungo monologo andato in onda durante l'ultima puntata de Le Iene, su Italia 1.
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Il monologo: «Presa a sberle, chiamata maiale e umiliata»
«Vi assicuro che per un’atleta la cosa più difficile al mondo è essere allontanata dallo sport che hai praticato fin da piccola, lo sport per cui hai dato tutto. Ma io ho parlato con la convinzione che se provi a far sentire la tua voce, alla fine, qualcuno ti ascolta. Questo sport non può e non deve più essere fatto anche di violenze psicologiche e fisiche. Nessuna ragazzina dovrebbe essere presa a sberle, umiliata se chiede di andare in bagno, costretta a fare esercizi dove rischia l’osso del collo solo per punizione.
Essere chiamata ‘maiale’ per aver osato mangiare un biscotto in più. Nessuna dovrebbe essere costretta a dimenticare dove sta il confine fra il giusto e lo sbagliato, fra normalità e malattia, come invece è successo a me, che, a un certo punto, ho accettato quasi tutto.
Io ho reagito e, oggi, quel confine ce l’ho ben presente.
Ogni giorno cerco di migliorare, proprio come facevo in passato, da atleta. Solo che oggi lo faccio da persona, da donna. E questa volta lo faccio da sola, senza che nessuno possa permettersi di dirmi che cosa è giusto e cosa è sbagliato per me».
Prima del suo monologo in studio è andato in onda il servizio di Roberta Rei in cui la campionessa racconta i presunti abusi che le ginnaste sarebbero state costrette a subire perché restassero in forma.