«Hello darkness, my old friend..». Salvo sorprese dell'ultimo momento dovrebbe essere «The sound of silence» di Simon & Garfunkel il brano destinato a riportare Il Volo all'Ariston fra meno di un mese, per condividere con Clara le suggestioni di una notte speciale come quella del 14 febbraio, che il Festival riserva alle cover e le collaborazioni. Intanto, Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble approderanno ad Eboli, tra le gradinate di un di PalaSele che il 23 gennaio, venerdì, prepara una grande accoglienza alle loro cover con orchestra e raggi laser.
Non per niente all'inizio di dicembre, in quel di Los Angeles, Andrea Bocelli li ha presentati al pubblico del Forum di Inglewood come la «new generation«» del belcanto italiano e si sa, che quello è un bel biglietto da visita ad ogni latitudine, soprattutto se sostanziato da evergreen a pronta presa in bilico tra «My way» di Paul Anka (anzi, di Claude François) e «Miserere» di Zucchero, «Hallelujah» di Leonard Cohen e le canzoni dell'ultima fatica discografica «Ad astra», arrivata sulle piattaforme poco dopo l'ottavo posto conquistato all'ultimo Sanremo con «Capolavoro».
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«Ad astra» non è un album immediato. Che accoglienze ha avuto in giro per il mondo?
Ginoble: «Anche se l'ottanta per cento del nostro repertorio è fatto di cover, senza canzoni inedite non avremmo mai formato la nostra personalità, come ricorda "Grande amore". "Ad astra" nasce proprio da quella necessità; dal bisogno, dopo il progetto su Morricone, di mostrare una parte di noi che nessuno conosce. Di essere protagonisti della nostra musica pure scrivendo le canzoni che cantiamo. Grazie anche al Festival "Capolavoro" ci ha dato molte soddisfazioni e ai concerti, soprattutto qui in Italia, la cantano tutti».
A proposito, quest'anno «Grande amore«Nannì» compie dieci anni.
Ginoble: «E, come dice il poeta Vasco Rossi, "siamo ancora qua/ eh, già"».
Barone: «In questo lavoro non esiste una formula, così, nonostante i tentativi compiuti tra il 2009 e il 2015, è stata "Grande amore" a trasformarsi nell'anno zero de Il Volo in Italia».
Altre esperienze importanti della vostra carriera?
Barone: «Sei anni fa abbiamo trascorso il Natale nella base Unifil di Tiro, in Libano. Esperienza molto forte, che ne acquista ancora di più ora alla luce di quel che sta accadendo in quelle zone, dall'attacco di novembre, al'impegno profuso dalle nostre forze armate per provare a mantenere la pace».
Ginoble: «Un'esperienza sensoriale-spirituale l'ho vissuta a Kyoto, nel celebre tempio Kiyomizu-dera, vedendo come durante la nostra esibizione i figli di una cultura lontanissima dalla nostra si lasciassero comunque ammaliare da una musica capace di rompere le barriere del linguaggio per conquistare tutti».
Boschetto: «Nonostante sia un credente scettico, nel 2019 a Panama ho avvertito un'energia mai provata prima nel cantare davanti a Papa Francesco in occasione della Giornata mondiale della gioventù».
Credente scettico ora un po' meno scettico?
Boschetto: «Diciamo che mi lascio sorprendere».
Parliamo ora del vostro concerto di Natale per Canale 5 registrato ad Agrigento il 31 agosto.
Barone: «Abbiamo saputo che ad agosto i cappotti negli outlet costano meno. Quindi per dare una mano all'economia...».
Boschetto: «Comunque chi s'è presentato col cappotto non ha sbagliato di molto, visto che c'era vento e da metà concerto in poi ha fatto freschino, anzi proprio freddo. Chiedere al pubblico di venire vestito da sera, in realtà, era solo un modo per invitarlo a solennizzare l'evento».
Barone: «Debbo dire che l'invito all'eleganza è stato raccolto, più che un nostro concerto sembrava la cerimonia degli Academy Awards».
Un posto dove organizzare prima o poi un'esibizione de Il Volo?
Ginoble: «Alle piramidi di Giza. Oppure a Petra o, perché no, dentro al Colosseo».
Boschetto: «A me piacerebbe molto cantare alla Notte degli Oscar, magari per omaggiare Ennio Morricone».
Più che un giro di concerti celebrativo, il vostro sembra un neverending tour.
Barone: «Abbiamo messo in calendario 150 date per festeggiare questi benedetti quindici anni di carriera. Abbiamo da poco annunciato gli Stati Uniti, dove voleremo subito dopo i palasport italiani, e poi settembre-ottobre Centro e Sud America, novembre-dicembre l'Europa. E poi potete scordarvi queste facce per un po', perché abbiamo bisogno di riposare».