Nek dà i numeri della Smorfia: «Higuain 71»

Nek dà i numeri della Smorfia: «Higuain 71»
di Francesca Cicatelli
Lunedì 7 Novembre 2016, 17:32 - Ultimo agg. 22:27
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Un saggio canuto direbbe di Filippo Neviani, in arte Nek, che è un "ragazzo di sani principi", uno che gli errori non li evita ma li "attraversa" perforando il velo del proibito con il mantra interiore della ponderazione delle conseguenze. Da 11 anni è impegnato silenziosamente nel sociale accanto all'associazione Nuovi Orizzonti, all'interno anche delle Cittadelle Cielo. Credente praticante contro la religione "fai da te" o che si "riempie di belle parole", è invece a sostegno delle missioni concrete: "le parole - ammonisce - messe in azione producono grandi frutti". Si è "innamorato" di Cristo perché sente "che non siamo soli". Pur indossando Rosari e rifuggendo riti laici come quelli legati alla scaramanzia, si diverte a memorizzare la Smorfia, adora i napoletani al punto che associa Higuain al 71.
Si racconta nella video intervista a Il Mattino

Filippo che rapporto hai con Napoli ?

"I napoletani mi piacciono tanto, anche se frequento poco Napoli, ho tanti amici lì. E poi ho anche imparato la Smorfia. I napoletani hanno un modo di vedere la vita molto gioioso. Già solo il loro dialetto fa tanta simpatia. In questo ultimo disco mi sono divertito ispirarmi alla poesia di Erri de Luca intitolata Valore."

Diamo i numeri allora.

Bene, il 16, l'88 il caciocavallo, il 77 o' diavulillo, il 57 'o scartellato, l' 1 l'Italia, 90 la paura e poi il 72 che è il mio anno di nascita, appunto a' meraviglia. Non voglio dire il 71 perché adesso è cambiato il significato ed è è Higuain".  
Sei credente ma hai avuto anche esperienze di redenzione ossia contatto con il peccato. E tuttora il lavoro ti mette davanti alle tentazioni. Come si assolve Nek?
Non devo assolvermi io, ci sarà qualcuno che mi assolverà mi auguro. Cerco attraverso la mia curiosità di migliorare nel limite del possibile. Ma resto  un essere umano quindi sbaglio. L'importante è accorgersi dei limiti e rialzarsi e procedere, perché gli errori mostrano chiaramente che non è quella la strada da seguire.

Il peccato è una forma di curiosità ?

"Dipende. Se la curiosità va a finire su certe cose che non portano frutto alla tua vita no. La curiosità deve essere costruttiva per l'animo umano".

Il tuo concetto di fede, con quale entità hai l'approccio?

"Con Cristo. Quando prego e vado a messa mi sento bene. In quel momento riesco a fare una sorta di esame di coscienza,  il punto della situazione. Lo puoi fare anche in altro modo, nella tranquillità di una camera ma nel momento in cui sei a messa sei in contatto con il corpo di Cristo ed è una rivelazione per l'essere umano. O uno va a messa e segue un determinato dettame perché sente che quello è il corpo di Cristo oppure non ha senso: significa andare a Messa per vedere chi ha la testa più grossa e finisce lì".

Sempre stato credente o c'è stato un evento scatentante?

"I miei genitori mi hanno impartito un'educazione vicina alla Chiesa, all'oratorio, al coro della messa quindi mi hanno insegnato i valori cristiani poi sono stato io che attraverso la mia curiosità ho approfondito. Ho voluto capire di più di Nuovi Orizzonti per esempio

Come è iniziata la tua avventura con Nuovi Orizzonti ?

"Dieci anni fa mi chiesero di sostenere con un concerto Chiara Amirante e don Davide Banzato e da allora metto a disposizione quello che so fare meglio ossia la musica. L'associazione di Chiara mi ha accolto con un abbraccio indipendentemente da chi io fossi".

Napoli per te è la capitale ideale di tutto il Meridione?

Quando penso a Napoli penso al Meridione naturalmente e voglio pensare a Napoli nella bellezza delle sue persone. Non associo la città alla camorra ma penso a Napoli come al bello che ho vissuto fino ad ora".

A Napoli ci sono riti laici se vogliamo, come quelli legati alla scaramanzia per esempio. Ne hai qualcuno?

"Non sono scaramantico. Neppure quando salgo sul palco. In quel momento chiedo invece al Signore di farmi essere intonato e che tutto vada bene e in tasca porto un Rosario".

C'è una preghiera a cui sei particolarmente affezionato?

"Il Padre Nostro"

Lo reciti in determinati momenti del giorno?

"Lo recito soprattutto quando succedono avvenimenti importanti per me. Non mi fa sentire solo, mi rassicura".

Come hai insegnato alle tue figlie a pregare ? O le lasci libere di trovare la loro fede?

"Insegnerò loro a pregare con il cuore. La fede non è la recitazione di una preghiera da conoscere a memoria ma è ciò che viene da dentro. Parlare con Cristo è come confidarsi con il tuo migliore amico. E' un momento in cui devi stare per i fatti tuoi: dall'ascolto di se stessi e dal silenzio viene fuori tutto quello che senti".
  
 

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