«Da Rocco Hunt a Geolier il rap newpolitano spacca»

Takagi e Ketra coinvolgono il rapper di Secondigliano

Takagi e Ketra
Takagi e Ketra
Federico Vacalebredi Federico Vacalebre
Lunedì 16 Ottobre 2023, 08:24 - Ultimo agg. 17:20
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Il milanese Alessandro Merli e l'abruzzese Fabio Clemente possono tranquillamente camminare per strada o cenare al ristorante senza essere bombardati di richieste di selfie. Eppure, con i nomi d'arte di Takagi e Ketra, sono dietro hit come «Nu juorno buono» (per Rocco Hunt), «L'esercito del selfie» (con Lorenzo Fragola e Arisa), «Amore e capoeira» (con Giusy Ferreri e Sean Kingston), «Roma-Bangkok» (per Baby K e Giusy Ferreri), «In radio» (Marracash), «Fenomeno» (Fabri Fibra), «Non ti dico no» (Boomdabash con Loredana Bertè), «Mambo salentino» (con Alessandra Amoroso), «Bubble» (con thasup e Salmo)... È appena uscito «Everyday» l'ultimo singolo, ad occhio e croce il decimo, del duo multiplatino, che questa volta arruola Shiva, Anna e il golden boy Geolier.

Una storia di amore, gelosia, possesso, dove tutti e tre affrontano anche il ritornello, ma ognuno fa sentire il proprio punto di vista.
«Le tre voci servono a questo, volevamo fare una cosa diversa dai soliti tormentoni, in cui pure ci siamo specializzati».

Ma come scegliere le collaborazioni, anzi i «feat»?
«Devono funzionare spontaneamente, devono essere frutto di intesa, altrimenti non li portiamo a termine e...

amici come prima. Qui abbiamo iniziato con Shiva, e abbiamo chiuso con Anna, che guardava il tutto da una posizione sua, femminile».

In mezzo c'è il flow vincente del rapper newpolitano.
«Lui è un giovane fuoriclasse, e come andiamo d'accordo lo avevamo già dimostrato nel clangore di "Chiagne", l'incontro tra lui e Lazza».

Ma come scegliete il brano, o il beat, da far uscire a vostro nome e quello da affidare invece a qualche collega?
«Noi facciamo musica, buttiamo giù provini, se qualcosa non va bene per i nostri amici perché è troppo lontana dalle loro corde... la teniamo per noi, la facciamo a modo nostro».

Con la vostra discografia potreste fare un concertone con mezza classifica sul palco.
«L'anno prossimo compiamo dieci anni come tandem, potrebbe essere un'idea, molto più di un disco, che è un format che non ci interessa. Sarebbe bello, a patto di liberare la nostra creatività, non di ingabbiarla nella sfilata di hit-feat-hit-feat...».

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Per voi è «Nu juorno buono» da dieci anni.
«Rocco Hunt ci ha regalato il primo juorno buono della nostra carriera, tutto è cominciato da lì. È un campione, non solo come artista, ma come uomo. Lo sentiamo come un nostro fratello. A proposito: da Rocco Hunt a Geolier, il rap newpolitano spacca».

Fabio/Ketra: tu sei andato a Sanremo nel 2019 con i Boomdabash, di cui fai parte, e «Per un milione». Pensate mai a un Festival in coppia?
«No, non siamo cantanti e abbiamo troppo rispetto per chi fa questo mestiere. L'anno scorso ci hanno invitati a fare noi stessi sulla nave e siamo andati, ma... la gara è per i cantanti».

Con «Quiereme mientras se pueda» e il colombiano Manuel Turizo avete anche saggiato la strada dell'estero, del mercato latino.
«Sì, ma se quel brano ha raccolto circa 400 milioni di streaming è perché non abbiamo scimmiottato il reggaeton, campo in cui le star latine sono imbattibili. Siamo italiani, al ritmo aggiungiamo il gusto per la melodia. E ora che il reggaeton è in flessione, da noi come nel resto del mondo, è ancora più chiara la nostra scelta: con tutto il rispetto per Carosone, facciamo gli europei non gli americani».

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