Sanremo, Fiorella Mannoia: «Canto quello che le donne ora dicono»

La cantante torna con un inno femminista

Fiorella Mannoia
Fiorella Mannoia
Federico Vacalebredi Federico Vacalebre
Venerdì 26 Gennaio 2024, 08:41
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Stavolta canterà «quello che le donne ora dicono». La Mannoia torna a Sanremo alla sua maniera, alla vigilia di un giro di boa importante: il 4 aprile compirà 70 anni, che davvero non dimostra.

Perché tornare al Festival, Fiorella?
«Per divertirmi, per fare musica, perché c'era una canzone che poteva librare le ali da un palco simile».

«Mariposa», farfalla femminista che hai scritto con tuo marito Carlo Di Francesco, Cheope, Federica Abbate e Mattia Cerri.
«Sì, mi ha riportato lei all'Ariston. È un manifesto che sottolinea, senza vittimismo, l'orgoglio di essere donna.

Un inno al femminile che racconta quello che siamo state, che siamo e che saremo».

Dolcemente complicate?
«Certo, anche, ma soprattutto una, nessuna e centomila: non disposte più a farci mettere i piedi in testa».

«Mariposa» ha un ritmo latino, rompe la monotonia della cassa in quattro che questo Festival impone. Com'è nata?
«Il sound è gioioso, l'ispirazione mi è venuta guardando una serie tv, "Il grido delle farfalle", storia delle tre sorelle dominicane Mirabal, attiviste che si battevano contro la dittatura e per questo furono trucidate il 25 novembre 1960. In loro memoria il 25 novembre è diventato la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. A loro dedico questo brano che parla di noi, di quello che siamo e quello che ci hanno condannato ad essere, dal rogo delle streghe in poi».

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Come ti avvicini al prossimo compleanno?
«Ho gli anni della Rai e nessuna intenzione di ritirarmi. Anzi, farò una grande festa, un concertone con amici. Quando e dove, vedremo».

Stuntwoman figlia di stuntman, arrivasti per la prima volta a Sanremo nel 1981, con «Caffè nero bollente» di Mimmo Cavallo: undicesimo posto.
«Non ero più una ragazzina, ma provo affetto e indulgenza se ripenso a quella me piccina che iniziava a cantare a fine anni 60 con pantaloni di pelle e capelli corti».

Sei anni fa l'ultima volta a Sanremo, con «Che sia benedetta».
«Dissero che ero pazza a rimettermi in gara, nessun cantante affermato in quel periodo lo faceva. Ho aperto la porta al cambiamento, in tanti ormai partecipano senza farsi problemi».

Un secondo posto, battuta dal Francesco Gabbani di «Occidentali's karma», che all'annuncio della vittoria si inginocchiò ai tuoi piedi. Ora duetterete insieme nella serata delle cover, il 9 febbraio.
«L'avvocato Amadeus ha chiesto l'embargo su questo argomento».

Nel testo si parla di violenza di genere, citi anche la fondazione di cui sei presidente, Una Nessuna e Centomila.
«Il riferimento ai concerti del 4 e 5 maggio a Verona non poteva mancare: è un impegno che ormai fa parte della mia vita».

A Sanremo le donne sono ancora in minoranza, 9 su 30: 10 su 38 se si contano anche Angela Brambati, la brunetta dei Ricchi e Poveri, e i componenti di La Sad e Bnkr 44.
«Siamo comunque più numerose e più forti che in passato: c'è una buona probabilità, non penso a me, di vedere un podio al femminile».

«Mariposa» canta quello che finalmente le donne hanno il coraggio di dire.
«Sì, 36 anni dopo è una sorta di evoluzione di "Quello che le donne non dicono". Dopo tanti anni torno a parlare di donne, in maniera specifica. Lì cantavo "ti diremo ancora un altro sì", oggi in concerto sostituisco quel "sì" con un "forse". Gli uomini devono imparare che un nostro "no" è un "no", in qualsiasi circostanza, in qualsiasi condizione. Oggi c'è più consapevolezza della nostra emancipazione, ma dobbiamo ancora lavorare a lungo contro gli stereotipi di genere, tutti insieme».

Anche sui social, dove i leoni di tastiera accusano Elodie e Annalisa perché mostrano il proprio corpo?
«Ma quelle dei social sono le chiacchiere che prima si facevano al bar. Elodie e Annalisa cantano bene, non usano l'autotune, sono artiste consapevoli della propria fisicità. Stiamo perdendo libertà e lucidità: dimentichiamo le comuni degli anni Sessanta e Settanta, i corpi nudi a Woodstock, Madonna, Beyoncè? Elodie e Annalisa fanno bene a fare quello che fanno, si mostrano come sono e come sentono di essere».

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