Mr. Rain a Sanremo 2024: «Dopo i bimbi-angeli un dramma da brividi»

«In quest'anno è successo di tutto, ho persino incontrato due volte il Papa»

Mr. Rain torna a Sanremo
Mr. Rain torna a Sanremo
Federico Vacalebredi Federico Vacalebre
Giovedì 25 Gennaio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 18:00
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Non fosse presentata come una tragica storia vera, verrebbe voglia di ricorrere al cinismo poetico del supremo Fabrizio De André di «Amico fragile»: «Lo sa che io ho perduto due figli?/ Signora lei è una donna piuttosto distratta». Dopo il coro dei bambini di «Supereroi», che l'anno scorso lo ha trasformato da carneade in star, Mattia Baiardi, trentaduenne da Desenzano del Garda a noi noto come Mr. Rain, torna sul luogo del delitto-exploit, Sanremo, ed allunga con «Due altalene», «vera storia di un padre che ha perso due figli, drammaticissima, che mi ha toccato personalmente: erano miei fan, ascoltavano le mie canzoni, ero entrato nelle loro vite», spiega lui, che l'ha scritta con Lorenzo Vizzini al termine di un 2023 per lui straordinario, con il terzo posto al Festival, la terza canzone più venduta dell'annata, 5 dischi di platino e tanti live.

Dai bimbi ai figli morti, Mattia.
«Nessuna paraculata: ho scritto il pezzo dell'anno scorso per non sentirmi solo ed ho scoperto che è servito a tante persone per non sentirsi sole.

Compreso un genitore che ha perso i suoi due figli in un bruttissimo modo. Un racconto tragico, in cui si rispecchiano anche altre storie forti, che mi hanno fatto crescere».

Una storia vera e drammatica.
«Non ho mai avuto figli, non posso capire quel dolore, ma ho subìto la perdita di una persona cara da piccolino. Ho cercato di comprendere quel dolore».

In tempi cinici un supereroe buonista?
«È il mio stile, il mio punto di forza. Nella scrittura, nella performance».

Che cosa prepari per il palcoscenico?
«Vedrete, ma non ci saranno bambini o cori, quello sì che sarebbe paraculo. Io canto pensando di comunicare con chi mi ascolta, magari di essere utile. Mi sento trasparente, ma forse non è cool rivelare le proprie debolezze».

In realtà ormai lo fanno persino i rapper ex celoduristi. Veniamo alla serata cover?
«Sono stato indeciso e spaventato fino all'ultimo, ma quattro giorni fa abbiamo finalmente trovato il pezzo giusto. Avrò un ospite e sarà una cosa inaspettata».

E dopo Sanremo?
«Il primo marzo uscirà il mio nuovo album, un viaggio tra “Supereroi” e “Due altalene”, ci ho messo un anno a scriverlo, è vario ma resta fedele al mio stile».

Intanto in Spagna stanno scoprendo «Superheroes».
«In quest'anno è successo di tutto, ho persino incontrato due volte il Papa. Mi piace il mercato iberico, farò uscire da loro anche l'album: lì sono molto più easy e nessuno ti tratta dall'alto in basso».

Ti senti sottovalutato?
«No, però... Da ragazzino, sbagliando, cercavo di replicare quello che i miei idoli musicali raccontavano nei loro dischi. Io non voglio condizionare nessuno in modo negativo».

Sanremo è diventata la tua casa, però prima sembrava non volerne sapere proprio di te.
«Mi ha detto di no per tre edizioni, compresa quella in cui avevo presentato “Fiori di Chernobyl”».

Lui non lo dice, ma è come se lo avesse fatto: un canzone che oggi conta 74 milioni di streams su Spotify e due dischi di platino. Cosa vuoi che conti l'amico fragile De André? 

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