Napoli, videoclip con le detenute premiato al contest di Amnesty International

Napoli, videoclip con le detenute premiato al contest di Amnesty International
di Giuliana Covella
Martedì 4 Agosto 2020, 11:46 - Ultimo agg. 16:13
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«Io sono te». Già il titolo trasmette un reale e concreto concetto di inclusione, solidarietà umana  e possibilità di riscatto per chi vive dietro le sbarre, perché ha sbagliato. Ma si può cambiare e a dimostrarlo è la bellissima esperienza, tutta al femminile, che le ha portate insieme ad ottenere un prestigioso riconoscimento. Si tratta del videoclip che la cantautrice Assia Fiorillo ha realizzato insieme ad alcune delle donne che ha conosciuto negli istituti penitenziari di Fuorni e Pozzuoli e che lo scorso weekend ha vinto il Premio per le radio “Il migliore per noi” di Viva la Radio Network che terrà il brano in alta rotazione per tre mesi nell’ambito del contest «Voci per la libertà» di Amnesty International. Il brano è la colonna sonora del documentario «Caine» della giornalista Amalia De Simone (che ne è co-autrice insieme alla Fiorillo), andato in onda su Rai 3 e attualmente su Rai play. Ma soprattutto è il primo singolo  (in uscita a ottobre) della talentuosa  artista che è entrata a stretto contatto con la realtà del carcere ed ha scritto il testo insieme alle detenute.



«Non è solo una mia canzone. Forse non è nemmeno solo una canzone. Sono dei versi in musica che hanno tante mani - spiega Assia Fiorillo - è la vita delle detenute delle carceri di Fuorni e Pozzuoli che ho frequentato per un anno durante le riprese del documentario “Caine”. Durante questo percorso ho sollecitato le ragazze a scrivere o a buttare fuori emozioni e sentimenti. Con l’autrice del documentario abbiamo messo insieme i loro pensieri, costruendo un testo che rappresentasse sia loro che noi e comunque tutto quello che stavamo vivendo». Un lavoro molto particolare, che tocca le corde dell’animo e ci permette di guardarci dentro, al di là di barriere sociali e culturali, troppo spesso legate a stereotipi e luoghi comuni, come dimostrano i sorrisi e l’emozione delle carcerate che hanno partecipato alla realizzazione del videoclip, che è stato girato in parte in carcere e quasi interamente al Museo d'arte moderna Madre. Protagonisti sono il carcere e i diritti umani, la zona grigia di certi quartieri, l'ineluttabilità di certi destini, la vita criminale, il pentimento, la maternità, l'amore e la lontananza, la rabbia, il riscatto, la solitudine, la discesa agli inferi o la risurrezione. Ma anche il mondo di chi sta fuori, la consapevolezza che l'errore può capitare a tutti e che non è indifferente nascere e crescere in determinati contesti o avere un vissuto declinato sul dolore o sulla rabbia. Nel videoclip, oltre alla cantautrice e alcune donne conosciute in carcere c'è Titti Pantaleno, una ragazzina che Assia ha conosciuto alla Fondazione Famiglia di Maria di San Giovanni a Teduccio, dove tanti giovani trovano opportunità di riscatto.

 
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