Sanremo 2021, ecco il protocollo Rai: porte chiuse per scongiurare il rinvio

Sanremo 2021, ecco il protocollo Rai: porte chiuse per scongiurare il rinvio
di Federico Vacalebre
Martedì 2 Febbraio 2021, 08:00
4 Minuti di Lettura

Più che Sanremo della rinascita sarà un Festival della resistenza, anzi della resilienza, che fa più radical chic. Festival blindato, a porte chiuse, senza pubblico all'Ariston (nemmeno di figuranti tamponati), senza spettacoli in piazza Colombo, senza la carica dei 101 programmi Rai collaterali. Un piccolo grande Festival, forse l'unico possibile in tempo di pandemia, forse l'unico accettabile dal Cts per evitare il rinvio a tempi migliori.

Il comitato tecnico scientifico, che riceverà oggi il protocollo, sembra orientato per un Ok (che potrebbe arrivare tra domani e venerdì), o almeno così dice il suo segretario, Fabio Ciciliano, ai microfoni di «Che giorno è» su Radiouno Rai: «Sanremo è una manifestazione che sicuramente si organizzerà all'inizio del mese di marzo, siamo in attesa di ricevere dalla dirigenza Rai il piano di sicurezza in maniera tale che possiamo poi esprimerci con un nostro parere circa la modalità di fruizione dell'evento.

Non penso a un rinvio, ma dobbiamo analizzare con precisione quelle che sono le attività all'interno dell'Ariston e soprattutto all'esterno, il movimento di decine di migliaia di persone che raggiungono la città durante il festival».

Viale Mazzini non vuole sentir parlare di «resa» e fa della parola «sicurezza» il nuovo mantra, nel rispetto della musica e della storia del festival». Rai e Amadeus, dopo un lungo confronto, hanno rivoluzionato il progetto fin qui accarezzato, e messo in piedi, lasciando intatte soltanto le cinque serate dal 2 al 6 marzo, che sembrano diventate la trincea da difendere, cercando proposte creative «compatibili con questa impostazione». Il conduttore-direttore artistico, dopo un breve ritiro sull'Aventino, ha già fatto un passo indietro accettando la gara senza spettatori, Fiorello non si pronuncia ma sui suoi sketch l'assenza del pubblico peserà anche di più, come sui cantanti, a cui toccherà presentare le canzoni inedite in mezzo al silenzio più rumoroso di 71 anni di storia del Festival.

Ai milioni di euro persi tra il progetto della nave e quello della piazza fanno da contraltare le cifre, anch'esse importanti ma non equivalenti, dei risparmi che l'azienda porterà a casa riducendo drasticamente il plotone degli inviati delle diverse trasmissioni: si parla di circa 500 dipendenti Rai tra conduttori, capi progetto, autori, registi, cameramen, tecnici vari, costumisti, truccatori e parrucchieri.

Video

Ancor prima della decisione del Cts, il governatore della Liguria Toti si dice sollevato da una telefonata dell'ad di Viale Mazzini Salini che gli ha comunicato il rispetto delle date programmate: «Ci siamo dati appuntamento con la Rai e il sindaco di Sanremo dopo il 15 febbraio quando decadrà l'ultimo Dpcm ed entreranno in vigore nuove normative, alla luce delle quali aggiusteremo l'offerta».

Ma il gioco non è semplice: «Come si fa a riconvertire un teatro in uno studio tv?», si domanda Ciciliano: «L'ambiente è di per sé angusto. C'è il problema del distanziamento degli orchestrali, dei percorsi, del ricircolo dell'aria: conduttore, cantanti, accompagnatori, musicisti, ospiti e tecnici resteranno chiusi dentro l'Ariston per cinque ore». Il piccolo grande Festival dirà addio alle sue tradizioni dalla sala stampa (se ne ce sarà una ora è ipotizzata di nuovo al Palafiori, con incontri solo in streaming), mentre i big e i giovani in gara potrebbero arrivare in teatro pochi minuti prima della loro esibizione, già vestiti e truccati, e subito dopo tornare in albergo: «Ma è difficile che si riesca a mantenere il concetto di bolla. Ai dirigenti Rai ho chiesto: Una volta che i cantanti tornano in albergo, voi potete controllarli? No. A meno che artisti e rispettivi accompagnatori non alloggino tutti nella stessa struttura. Un eventuale contagio tra gli orchestrali è la cosa che preoccupa di più, perché i contatti tra i musicisti sono stretti. I casi andrebbero isolati, va bloccato tutto».

Intanto, a Roma, cantanti e orchestra provano, sempre rispettando le dovute distanze, negli studios di via Tiburtina. The show must goes on. E la Fimi, la confindustria del disco, propone di spostare il Festival al Forum di Assago, più spazioso e attrezzato. Ma forse non sa che il marchio «Festival della canzone italiana» è proprietà del Comune di Sanremo. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA