Il maestro Michele Mariotti: «Dopo l’opera in tv, riporto al Costanzi emozioni dal vivo»

Il maestro Michele Mariotti, il 28 e il 30 aprile al Teatro dell'Opera di Roma
Il maestro Michele Mariotti, il 28 e il 30 aprile al Teatro dell'Opera di Roma
di Simona Antonucci
Mercoledì 28 Aprile 2021, 13:18
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«Ci sentiamo eccitatissimi come dei bambini davanti all’albero di Natale, pronti a scartare i pacchi». Il “regalo” per il maestro Michele Mariotti, e per l’Orchestra del Costanzi, è il pubblico che questa sera, 28 aprile, alle 20.30, torna al Teatro dell’Opera per il concerto di riapertura, dopo sei mesi di attività in streaming. E sono 500 gli spettatori (con il sold out in 24 ore sono arrivati anche gli auguri su Instagram della Sindaca che comunque stasera presenzierà l'evento) che hanno accolto l’invito, con i biglietti al prezzo di 10 euro. In platea anche l'assessore alla Cultura Lorenza Fruci, Gianni Letta e Giancarlo De Cataldo. 

Luisa Miller

Un’ora di musica dal vivo (tutti al sicuro prima del coprifuoco) che potrà essere seguito anche da casa, in diretta, su Rai Radio3. «Abbiamo scelto un programma vivace, i ballabili tratti dalle grandi opere di Verdi: dal Macbeth”, che è un po’ luciferino, dal Don Carlos, il più elegante, e da Les vêpres siciliennes, con sfumature, brillanti e malinconiche».

Un viaggio in compagnia di Verdi anche per introdurre “Luisa Miller «che faremo il 30, ma online, per via del coro che va distanziato sui palchi. Intanto ci godiamo questa serata dal vivo e non so immaginare l’emozione di risentire il pubblico dietro di noi», spiega Mariotti che indiscrezioni (non smentite) danno come prossimo direttore musicale del Teatro dell’Opera, successore di Daniele Gatti che dovrebbe (non circolano né smentite, né conferme, intanto ha appena inaugurato il Festival del Maggio) prendere il posto, a fine 2023, di Antonio Pappano, che a sua volta (e questo è l’unico contratto annunciato) andrà sul podio della London Symphony Orchestra.

Pesarese, 42, infanzia trascorsa dietro le quinte del Rossini Opera Festival, di cui il padre è stato ideatore e sovrintendente, Mariotti è un celebrato direttore d’orchestra. Debutto a Salerno e, poco dopo, sipari spalancati, dal San Carlo alla Scala, in tutto il mondo. Tra il 2008 e il 2018 è stato direttore musicale del Comunale di Bologna. Festival di Salisburgo, Opéra di Parigi, Scala, Pesaro, New York e Londra, Aida a piazza Plebiscito in estate e poi a Parigi, Falstaff a Monaco.

Idomeneo

Nel novembre del 2019, il debutto al Costanzi, con Idomeneo”, regia di Robert Carsen e i rifugiati della comunità di Sant'Egidio sul palco. «Un esordio desiderato», spiegò allora, «perché la qualità dei progetti artistici del Teatro dell’Opera è molto elevata». “Battesimo” di successo, seguito da un concerto sinfonico a dicembre e da questi due appuntamenti verdiani, il concerto di questa sera e l’opera «Luisa Miller, meravigliosa e, ingiustamente, poco rappresentata», continua, «un dramma borghese, attuale, in cui Verdi torna ad affrontare i contrasti famigliari e tra famiglie. Apre con una Pastorale, scelta rara, anche perché per lui la campagna non era poesia, ma lavoro e fatica, per arrivare a momenti intimi. Per me, non l’avevo mai diretta, una scoperta. Ma è un debutto anche per il soprano, il tenore e molti musicisti dell’orchestra. Arrivare a conoscere l’opera insieme è stata un’emozione in più».

VIENNA

Dopo il Costanzi, lo aspettano Vienna con una nuova produzione del Barbiere di Siviglia e Napoli dove inaugurerà il San Carlo con un Otello, ideato dal regista Mario Martone «che qui a Roma ha firmato due film opera strepitosi: hanno segnato un prima e un dopo. Un nuovo modo di pensare lo spettacolo dal vivo, frutto di lavoro di squadra», spiega Mariotti. «Sono cresciuto dietro le quinte del festival di Pesaro. E conosco il lavoro di squadra. Trascorrevo ore con i macchinisti, i portieri e i truccatori. E negli intervalli, partite a basket. E mi piace ancora seguire tutte le fasi di preparazione di uno spettacolo. La macchina dietro le quinte ti dà la percezione che nulla nasce per caso. E che un’opera è un lavoro collettivo». 

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