Sir Tony Pappano nel Sannio: «Come ogni faticatore torno sempre a casa»

Il direttore della London Symphony Orchestra nella sua Castelfranco in Miscano

Antonio Pappano
Antonio Pappano
di Donatella Longobardi
Domenica 13 Agosto 2023, 10:44
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«Sì, sono qui perché sono un grande "faticatore" e nonostante i tanti impegni non potevo mancare...». Un nugolo di amici accoglie Antonio Pappano a Benevento, in fondo non è una novità incontrare in città il maestro con radici sannite nato a Londra nel 1959. Un anno prima i genitori, Maria e Pasquale, partirono da Castelfranco in Miscano in cerca di fortuna in Inghilterra. Lui, «sir Tony», è nato lì. Ma ogni estate torna nella terra della sua famiglia per ricordare con un concerto il papà scomparso nel 2004, proprio a Castelfranco. Un papà musicista, cantante, allievo di Campogalliani e di Tito Gobbi, docente di molte generazioni di artisti anche nella sua accademia di Bridgeport negli Stati Uniti, dove si trasferì negli anni Settanta.


E così domani, alle 20.30 in piazza Michele Del Vecchio, nel cuore del centro del piccolo paese sulle alture del Fortore dove da tempo è stata realizzata una Casa della Musica la cui attività, per intoppi burocratici, non è mai decollata, il celebre direttore alla guida dell'Orchestra Filarmonica di Benevento terrà l'annuale memorial curato dalla Fondazione Pappano della quale il maestro è presidente onorario e Selene Pedicini direttore artistico. In locandina la sinfonia dal «Barbiere di Siviglia», poi ancora Rossini: cavatina di Figaro «Largo al factotum» con il baritono Alfonso Michele Ciulla e la cavatina di Rosina «Una voce poco fa» con il mezzosoprano Angela Schisano.

I due duetteranno «Dunque io son?» , mentre nella seconda parte sarà proposta la settima sinfonia di Beethoven.

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Un programma articolato, maestro Pappano, come lo ha scelto?
«I responsabili dell'orchestra hanno suggerito di inserire la parte vocale, in fondo la vocalità era la vera arte di mio padre e abbiamo anche realizzato alcuni concorsi di canto in suo nome. Ho imparato da lui l'accompagnamento ai cantanti, qualcosa che si apprende solo con l'esperienza... Quindi cosa meglio di Rossini e il "Barbiere"?».
E poi Beethoven.
«Credo di averla già eseguita insieme all'orchestra beneventana. È un pezzo cui tengo molto, Richard Wagner lo descriveva come un'"apoteosi della danza". Per me è una festa. E poi Beethoven fa sempre bene all'orchestra e ben si abbina con Rossini in una serata che, in fondo, è una festa della musica».
Ma la musica è sempre festa?
«Una festa la cui intensità è proporzionale al lavoro che ci mettiamo per realizzarla e, come dicevo, bisogna faticare, ogni volta è sempre una sfida nuova».
Lei però con la giovane orchestra beneventana ormai ha un rapporto solido e costante.
«Sono loro direttore onorario fin dalla nascita del gruppo, nel 2014, e sono molto interessato ai progressi di questa compagine che dirigo da anni, purtroppo non con la continuità e l'assiduità che vorrei. Ma ci tengo a monitorare la loro attività e mi riempie di soddisfazione constatare la loro evoluzione. I ragazzi si danno molto da fare e voglio continuare a seguirli, cosa che consolida anche per il futuro il mio rapporto con Castelfranco e con l'Italia del Sud».
Insomma, consolida il rapporto con le sue radici?
«In effetti è così. E ora Benevento e Castelfranco saranno ancora più centrali perché gli appuntamenti italiani saranno di meno visto che da qualche mese ho lasciato l'Accademia di Santa Cecilia, a Roma, dove ero direttore musicale dal 2005. Si è chiuso un capitolo».
Lei, maestro tra breve chiuderà anche con la Royal Opera House di Covent Garden, a Londra, dove dal 2002 è stato music director per assumere l'incarico di chief conductor della London Symphony Orchestra, come successore di sir Simon Rattle.
«Una grande orchestra, dirigerla è come guidare una Ferrari. La dirigo dal 1996, insieme abbiamo inciso molte opere e affrontato gran parte del repertorio sinfonico più richiesto. La London, nonostante l'errore della Brexit, è un'eccellenza che non si chiude nei confini dell'isola britannica, ha sempre in programma moltissime tournée in giro per il mondo, certamente ne faremo anche in Italia».
E a Napoli, al San Carlo?
«Per il momento no. Non è facile dirigere e nello stesso momento fare il direttore musicale, io purtroppo mi sposo sempre molto strettamente alle mie orchestre».
Sì, tanto che non lascerà del tutto né Santa Cecilia né Covent Garden.
«Con Santa Cecilia ho ancora molti progetti, tra cui uno al Festival di Pasqua a Salisburgo il prossimo anno dove faremo "La Gioconda" di Ponchielli. Con Londra lascio spazio alla lirica, ho in programma la tetralogia, un'opera ogni anno».
Certo Wagner è corposo ma solo un'opera all'anno?
«No, con la London faremo anche opere in forma di concerto a partire da "La rondine" di Puccini. Per la lirica nel mio cuore e nel mio carnet c'è sempre spazio».
 

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