Gaia Girace, l'amica geniale: «Io, Lila e il dialetto napoletano sognando l'America»

Gaia Girace
Gaia Girace
di Ilenia De Rosa
Martedì 4 Dicembre 2018, 07:37 - Ultimo agg. 11:38
3 Minuti di Lettura
«Testarda, coraggiosa, insicura, riservata e chiusa». Così si definisce Gaia Girace, attrice 15enne originaria di Vico Equense che interpreta il ruolo di Lila da adolescente ne «L'amica geniale». Il terzo e quarto episodio della serie evento diretta da Saverio Costanzo e tratta dal bestseller di Elena Ferrante andranno in onda questa sera su Rai 1. Protagoniste saranno Gaia Girace nelle vesti di Lila e Margherita Mazzucco in quelle di Elena. «Lila è un personaggio complesso, con molte sfaccettature: è forte, coraggiosa ma allo stesso tempo sensibile e insicura. Mi sono innamorata di lei da subito. Mi assomiglia in molti aspetti». 
 

Che scuola frequenti?
«Il liceo linguistico a Meta, paese della costiera sorrentina poco distante dalla città dove vivo: Vico Equense».

Come trascorri le tue giornate?
«Studio, esco con le amiche, vado a scuola di recitazione e fino a poco tempo fa praticavo sport. Ho fatto per cinque anni pallavolo, mi piaceva molto».

Parliamo di questa esperienza. Come è nata l'avventura de L'amica geniale?
«Facevo recitazione presso la scuola La Ribalta, con il maestro Francesco Campanile. Dopo qualche mese mi hanno chiamata per il provino. Il primo è consistito in una intervista. I successivi sono stati per il ruolo di Lila, per cui ogni volta ho duvuto imparare varie parti. Il percorso di provini è durato sette mesi».

Pensavi che poi quel ruolo sarebbe stato realmente tuo?
«Io ci credevo, non volevo altro. Ho fatto di tutto per ottenere la parte: mi sono impegnata tanto e ci ho sperato sempre».

Il tuo sogno oggi qual è?
«Fare l'attrice. Quindi imparare l'inglese e andare a vivere in America».

Sicuramente L'Amica geniale rappresenta una tappa importante per arrivare al tuo obiettivo finale. Come è stata la vita sul set?
«È stato faticoso: facevamo dodici ore di lavoro no stop. Recitavamo sia di giorno che di notte. Io amavo girare durante la notte, sentivo di avere più energia».

Chi è stato il tuo principale punto di riferimento in questa esperienza?
Saverio. E' una persona meravigliosa: ci ha sostenuto sempre. E' esigente ma ci ha davvero aiutate tantissimo. Mi è stato vicino quando ho avuto dei crolli, aiutandomi a superarli».

Per esempio?
«Ci sono state scene per me difficili e pensavo di non potercela fare. Lui però mi ha sempre incoraggiata facendomi superare ogni difficoltà. In particolare ricordo una scena del settimo episodio con Marcello, per me molto dura. Ma grazie a lui l'ho superata. Per me la difficoltà principale è stata il linguaggio: ho dovuto imparare il napoletano degli anni '50». 

Che rapporto hai con il napoletano?
«Un po' lo parlavo già. Ma il dialetto della città in cui vivo è diverso da quello richiesto per il ruolo di Lila».

Come ti sei trovata con gli altri attori? Sono nate nuove amicizie?
«Bene. Si è subito crato un bel feeling. Con alcuni siamo ormai amici anche fuori dal set, soprattutto quelli che vivono territorialmente poco distanti da me: Rino, Gennaro, Giovanni, Gigliola, Rosaria».

Ricordi il tuo primo giorno sul set?
«E' stato terribile: non conoscevo nessuno e avevo visto poco il rione. Bisognava stare sempre sul pezzo e io non sapevo bene le battute. Poi, dopo qualche giorno è andata meglio».

Ti aspettavi tante ore di recitazione?
«In verità no, ma ne sono stata felice. Recitare è l'unica cosa che voglio fare, per cui mi fa stare bene stare tutto quel tempo sul set». 

Con chi vedrai la puntata di stasera?
«Da sola».
© RIPRODUZIONE RISERVATA