Caterina Balivo premiata per i podcast: «Dopo l'overdose di tv ricomincio dai miei no»

Caterina Balivo premiata per i podcast: «Dopo l'overdose di tv ricomincio dai miei no»
di Francesca Bellino
Martedì 22 Giugno 2021, 15:00 - Ultimo agg. 21:36
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Un «no» subito e un «no» detto con fermezza. Tra questi due «no» si è sviluppata la carriera di Caterina Balivo dell'ultimo decennio, una carriera in continuo rinnovamento, mai stagnante, tesa a affiancare alla tv nuove strade. Un percorso che nell'ultimo anno ha virato verso la realizzazione del podcast «Ricomincio dal no» prodotta da Chora, podcast company diretta da Mario Calabresi, in cui la conduttrice ha incontrato dieci personalità italiane note anche all'estero per farsi raccontare le conseguenze di un «no» deciso e patito. Per questo podcast Caterina domani sarà premiata presso i giardini della Rocca dei Rettori in una delle serate del «Festival del cinema e della televisione» di Benevento che si svolge fino al 28 giugno.

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Balivo, le è piaciuta l'esperienza del podcast?
«Moltissimo.

Il podcast è quello che mi mancava: fare intervista con empatia, mettere a frutto la voce e creare le emozioni in chi ascolta. Gli incontri spesso sono avvenuti a casa. I protagonisti sono Bebe Vio, Ersilia Vaudo, Marcello Lippi, Giacomo Campora, Giovanna Botteri, Andrea Bocelli, Beatrice Venezi,Stefano Domenicali, la pornostar Valentina Nappi e Roberto Saviano. Chiudo ogni incontro chiedendo qual è il rumore che dà la carica».

Come è nata l'idea?
«Quando ho scelto di prendere una pausa dalla tv ho cominciato a pensare che quando si dice un no la vita può cambiare in meglio e in peggio. Parlando con le mie amiche ho scoperto che tutte avevano un no nella propria vita, una sorta di momento sliding doors che condiziona tutto. È capitato anche a me».

Veniamo ai suoi «no»?
«Dodici anni ho subito una ingiustizia. Vivevo a Roma, avevo anche comprato casa. Conducevo Festa italiana che aveva successo e qualcuno ha deciso di non affidare più a me il programma. Vissi quel no come una tragedia. Mi furono proposte trasmissioni meno importanti, che rifiutai. Per fortuna frequentavo un ragazzo che viveva tra Roma e Londra, Guido Maria Brera, l'uomo che poi è diventato mio marito, e mi sono trasferita a Milano. Da quel no si è aperto un nuovo ciclo di carriera e vita. Ho iniziato a lavorare anche come autrice per nuovi programmi. Ho scritto un libro. Ho avuto dei figli. Ho tratto il meglio dalla situazione pensando non a quello che avevo perso ma a quello che avrei guadagnato».

Il «no» incassato è diventato un suo «no» alla tv?
«Sì, per me non sarà più un impegno quotidiano come è stato finora. Dopo 15 anni di live quotidiani e di giornate trascorse tra studio e redazione, ho deciso di fare altro. L'ho capito in quest'anno di pandemia. Il mondo ha rallentato e ho rallentato anche io. Ho voglia di vivere la quotidianità in maniera diversa. Poter fare interviste senza l'ansia della tv, sognare nuovi format, mangiare a casa a pranzo, non essere per forza performante tutti i giorni e mostrare che tutto va bene anche se intorno ti crolla il mondo, stare con i miei figli. Non voglio imporre loro una vita frenetica. Se al ritorno da scuola non vogliono parlare non voglio più arrabbiarmi. Prima li obbligavo a parlare, perché il mio tempo era limitato. Insomma, con il Covid ho aperto un nuovo ciclo della mia vita che per ora mi sta piacendo».

Ha in mente anche un nuovo libro?
«Avevo un'idea e mi sono fermata. Con il tempo rallentato si ha più tempo per dire di no e andare verso le cose vere».

L'anno scorso è stata nominata madrina dell'oceano dall'Unesco. Quando è nata la sua coscienza green?
«La tutela dell'ambiente è un'altra mia passione. Sono figlia di genitori verdi ante-litteram. Mia mamma faceva già la raccolta differenziata negli anni 80. Io piangevo davanti alle notizie sul buco dell'ozono. Anche mio marito è attento al tema dell'inquinamento. Da anni puliamo le spiagge. Avere più tempo significa anche abbracciare le proprie passioni».

Che estate vivrà?
«Mi godo una vacanza e consiglio a tutti almeno quattro giorni nella nostra Campania. Prenotate una camminata al Vesuvio, una visita alla stazione zoologica di Napoli, un giro agli scavi di Pompei e anche al santuario: è commuovente. Prendete una barchetta e andate a zonzo sulle isole. E poi andate alla reggia di Caserta e fermatevi a prendere le mozzarelle nella mia Aversa».

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