Roberto Giacobbo: «Io e Alberto Angela? Una specie protetta»

Roberto Giacobbo
Roberto Giacobbo
di Fiamma Sanò
Giovedì 13 Dicembre 2018, 00:00 - Ultimo agg. 14 Dicembre, 10:44
3 Minuti di Lettura
«Ogni puntata di Freedom è un libro di 160 pagine» dice dai suoi due metri esatti d’altezza Roberto Giacobbo, il Grande Gigante Gentile della divulgazione in tv. Che debutta giovedì 20 dicembre, con un nuovo programma in prima serata, alle 21,25: Freedom – Oltre il confine. In onda su Rete 4, che dopo un lungo corteggiamento conta su di lui per perfezionare la costruzione del nuovo corso della rete e per farne salire i numeri non proprio altissimi. Giacobbo presenta Freedom con una visita privata, in notturna, al Duomo di Milano, che è anche uno degli argomenti che tratterà. Sciorina fatti e misfatti della Veneranda Fabbrica, dalle 3600 statue, ai guantoni di Primo Carnera scolpiti sulle guglie, al fatto che l’area sia sempre stata dedicata a divinità femminili: dea celtica in origine, poi Minerva, quindi Santa Tecla e infine Maria Nascente, la Madonna Bambina. «Pensate la coincidenza: è femmina anche mia moglie. Cosa che una volta era una battuta, oggi è una precisazione».

LA TECNOLOGIA
Ride e poi racconta tutta la tecnologia di Freedom: macchine da presa da cinema con ottiche action, super alta definizione 4K, droni. Esclusive mondiali, più un carattere tipografico molto particolare, usato per tutte le scritte in sovraimpressione: EasyReading, studiato da Federico Alfonsetti per facilitare la lettura ai dislessici (lo stesso che si usa su Topolino). Sul tema Giacobbo è particolarmente sensibile, già che è dislessica la minore delle sue figlie, Margherita. Ma non è solo quello: «La divulgazione deve essere per tutti. Non un “settore”, fatto solo di onori. Ha molti oneri. Deve essere comprensibile a chi ha 4 anni e chi ne ha 100. Deve essere capita da chi non ha studiato e non annoiare chi lo ha fatto». È un mestiere difficile, tanto che «Si contano sulle dita di una mano quelli lo fanno in prima serata». Per non parlare delle femmine, non ce ne sono proprio: «Sarebbe bellissimo invece». 

LA FAMIGLIA
Magari una delle sue figlie? Angelica, 22, Giovanna, 21 o Margherita, 18 anni. Tutte con i capelli rossi, tutte altissime (Giovanna è 1.87) e se pure la mamma, Irene Bellini, (1.80, come ti sbagli) è curatrice del programma, nessuna che voglia diventare Alberto Angela? «No, ma ci dànno una mano in produzione, studiano tutte economia». Già che ci siamo, Alberto le piace? «Come uomo? Ho altri gusti… Ma come divulgatore sì, mi piace e non mi dà fastidio se mi paragonano a lui. Anzi! Dovremmo essere protetti come i panda». Non è che se ne è andato dalla Rai, dove era dirigente, perché tornavano gli Angela? «Non lo sapevo neanche. E comunque non ho mai preso una decisione in base a quelle degli altri. Ho lasciato la poltrona sicura perché volevo cambiare vita, tornare libero professionista». Con che tipo di contratto l’abbia acchiappato Rete4 non è dato saperlo, tanto a muoverlo non è il denaro, ma la passione: «Non puoi fare questo mestiere senza, non c’è un giorno uguale all’altro, e giorni tutti tuoi non ne hai mai. Dal 20 agosto al 12 ottobre ho dormito a casa solo 2 notti».

Dall’Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno, c’è sempre «Un sotterraneo nuovo dove andare, una vetta nuova dove arrivare». A proposito di sotterranei: per Freedom è andato a cercare un obelisco egizio nel sottosuolo di Roma, in Sardegna si è rotto una costola in un cunicolo cercando Atlantide, e si è calato nelle miniere di ferro dell’isola d’Elba.

LA MEMORIA
Lo vedremo in 8 puntate, mentre è già lavorazione la seconda serie, di 12. «Però è ovvio che, se facciamo lo “zero virgola” ci salutiamo qui. Noi puntiamo su contenuti accessibili e su una qualità non urlata. Se son rose fioriranno». Non la turba proprio niente? «Ho una memoria incredibile, mi dà fastidio quando non ricordo le cose importanti, se mi sfugge un nome». Cosa dimenticherebbe volentieri, allora? «I dolori. Soprattutto se hanno a che fare con le mie figlie». 
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA