Salvatore Esposito, omaggio a Bud Spencer: «Io cresciuto a pane e fagioli»

La miniserie su Sky sull'allievo di Piedone lo sbirro

Bud Spencer e Salvatore Esposito
Bud Spencer e Salvatore Esposito
di Alessandra Farro
Sabato 14 Ottobre 2023, 11:00 - Ultimo agg. 16:43
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Da Genny Savastano a sbirro: Salvatore Esposito sarà Vincenzo Palmieri, allievo del commissario Rizzo, nella nuova serie in quattro pisodi ispirata alla tetralogia filmica su Piedone lo sbirro, che vedeva Bud Spencer nel ruolo del protagonista. Le riprese del nuovo progetto, prodotto da Sky Studios, Wildside e Titanus Production e diretto da Alessio Maria Federici («Imperfetti», «Criminali» e «Generazione 56k»), partono in città a fine mese, dove continueranno fino alla fine di marzo. La serie uscirà tra l'autunno e l'inverno del prossimo anno su Sky e in streaming su Now.

Esposito, cosa aspettarci dall'operazione Piedone?
«Si tratta del sequel dei quattro film dedicati all'ispettore Piedone.

Dagli anni '80 si salta a 40 anni dopo. Il mio personaggio è il figlioccio del commissario interpretato da Bud Spencer, portatore sano dei suoi valori positivi e divertenti».

Parla da fan?
«Io sono cresciuto a pane e fagioli. Bud Spencer ha rappresentato il mio idolo d'infanzia, come lo è stato per tutta la mia generazione, cresciuta con i film suoi e di Terence Hill. Era un grande napoletano. Per me è motivo di orgoglio prendere parte a questo progetto, che trae addirittura il titolo dai suoi lavori e cerca di dare una nuova vita a quei quattro film meravigliosi. Spero che attraverso la serie i giovani possano conoscere ed apprezzare Bud Spencer e magari rivedere quei successi del cinema italiano per famiglie».

Lei, però, non sarà Piedone?
«No. Il mio ispettore Palmieri si muoverà alla ricerca di casi da risolvere tra Napoli e altre città, anzi altri Paesi. Come il suo mentore, Vincenzo odia le armi, quindi opera in maniera anticonvenzionale e dovrà riuscire a conquistare la fiducia della sua squadra, convincendola che i suoi metodi non sono un problema, ma il modo più efficace per risolvere un'indagine. Manca da Napoli, la sua città d'origine, da anni, dovrà, quindi, anche fare i conti con i suoi fantasmi, cercando di superare, o quantomeno ricongiungersi, col suo passato, con cui lotta da tempo. Sarà una serie divertente e ricca di colpi di scena».

Intanto pensa già a realizzare un film tratto dalla sua saga letteraria su Christian Costa, il profiler più richiesto per investigare sugli omicidi rituali, chiamato «Sciamano» per i suoi metodi poco ortodossi nell'analisi della scena del crimine e il suo quasi infallibile intuito che lo conduce sempre al colpevole? È da poco arrivato in libreria il secondo capitolo della saga, «L'eclissi di sangue, una nuova indagine dello Sciamano» (Sperling & Kupfer).

«Spero di chiudere presto la trilogia dell'ispettore Costa e di realizzare la trasposizione cinematografica del progetto il prima possibile, ma per il momento è soltanto un'idea in cantiere, non ancora pronta a vedere la luce. Intanto mi impegno sulla serie Sky, poi vedremo quale spazio dare ai film dello Sciamano. Non è facile fare cinema internazionale in Italia e questo è un progetto che si rivolge a un pubblico globale. Voglio avere uno sguardo che parta dal mio Paese per andare altrove. Qui si pensa troppo poco alla qualità di un progetto, ma "Gomorra" ha dato prova che si può partire da un prodotto che ha uno sguardo locale per arrivare ad avere respiro internazionale. Con questi due libri ho voluto raccontare una figura internazionale nata a Napoli, che muove le indagini nella sua città. Probabilmente la produzione della trasposizione cinematografica dello Sciamano non sarà italiana».
 

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